domenica 27 gennaio 2008

Monte COUDREY (m 1.298): I Love You Silvye


Domenica 27 gennaio 2008



Io e l'Uomo Ragno (Paolino l'Alpino)




Stavolta scatta l'uscita domenicale!

Io e Paolino partiamo alle 7,20: conosciamo il posto e alle 10,10 attacchiamo la via I Love You Silvye (6a+ D+ 400 m 13L).



Ecco il mio fido compagno di scalata, che durante la via subirà una metamorfosi incredibile...
Parto io per il primo tiro (5a), prima placca facile, poi un muretto ed un traverso. Le soste sono a due spit, da collegare.



Procediamo a comando alternato: Paolino va avanti sul secondo tiro (3a), placchina lavorata:



A questo punto, già in piena parete, la metamorfosi: legato alla mia corda, trovo... l'Uomo Ragno!!!



La terza lunghezza (6a+) parte con una placca appoggiata, facile, per impennarsi in corrispondenza di un muro/diedro strapiombante, molto duro:



Per issarmi al di sopra del muro devo azzerare qualche passo, anche perchè la via è molto lunga e non è il caso di brasarsi i muscoli subito...
Una foto dalla sommità del muro, dove trovo i due spit di sosta:

La temperatura è gradevole, anche se ci troviamo sul lato ovest dello sperone roccioso, quindi all'ombra.

Il quarto tiro (6a+) vede Paolino prodursi in una lunga dulfer (oltre 20 m, direi 5b/c), per poi traversare a sinistra su una placca davvero liscia (6a+), che obbliga a movimenti del tutto aleatori...

Spiderman si inventa una sorta di pendolo con la corda e passa in artificiale; quando tocca a me, mi attacco ad una fettuccia e mi isso in sosta:



Parto per la quinta lunghezza (5b), lunghissima: prima verso sinistra, poi, dopo aver rinviato un nut incastrato, salgo in verticale; in seguito la via sale piegando leggermente a sinistra, con passi delicati resi ancor più adrenalinici dal peso di 50 metri di corde da tirarsi dietro...



Il sesto tiro (4a) prevede una placca ed un traversino ancora a sinistra:


Parto per il settimo tiro (4c), risalendo prima un lungo diedro, poi traversando a sinistra, fino a doppiare lo spigolo; trovo una sosta completamente attrezzata, per una eventuale ritirata nel canalone sottostante.

Una figura inquietante mi segue:


L'ottava lunghezza (5c) vede Paolino rimontare una placca molto tecnica, in verticale fino alla sosta da attrezzare:


Il nono tiro è veramente spettacolare, anche se duro duro...

Parto per una traversata in placca piuttosto aleatoria, con il primo spit distante 6 o 7 metri... Mi risparmio l'ultimo passetto e finalmente giustifico l'acquisto del mio frog!

Arrivo sotto un muro, che non mi par così terrificante, in quanto sembra articolato; quando lo affronto, però, si rivela strapiombante e quindi molto atletico; c'è da dire che la chiodatura di questo tratto è addirittura superiore a quanto uno possa chiedere... veramente ascellare!

Insomma, in breve mi braso e tiro i rinvii :-)

L'uscita dal diedro in dulfer, invece, non posso perderla: splendida, le prese sono talmente perfette per le misure delle mie leve, che in breve mi trovo al di sopra del passaggio, con meno fatica di quanto pensassi.



Poi recupero l'uomo ragno:

Eccolo all'uscita del diedro:

Il decimo tiro è tanto lungo, quanto facile: 50 m di secondo o terzo grado.

In un attimo Paolino si assicura alla sosta in comune con la via Doctor Jimmy e mi recupera.

Parto per l'undicesimo tiro (4c), molto divertente, ormai certi che usciremo prima di notte e non bivaccheremo in parete... Il personaggio all'altro capo delle corde:


La dodicesima lunghezza (5c) è semplicemente FANTASTICA.

La prima parte (4c) prosegue lungo il muro lavorato del tiro precedente:


Dopo una cengia, Spiederman si innalza lungo uno splendido muro verticale, issandosi su piccoli buchi e reglettes; la via è molto ben chiodata e la roccia tiene il piede alla grande!




Percorro l'ultima facile lunghezza (2) in scioltezza ed alle 16,30 siamo entrambi in cima alla via!

Io e l'Uomo Ragno...

sabato 19 gennaio 2008

Monte BRACCO (m 1.308): solitaria invernale di riflessione


Sabato 19 gennaio 2008


Io




Paolino è malato...
Paolo deve studiare...
Fabri non sta bene...
Carlo lavora...
Manu va a Finale coi compagni di palestra...
Sono tre settimane che fa brutto tempo...
Oggi c'è un sole splendido...
Che diamine, da qualche parte devo andare, anche da solo!

In montagna è nevicato parecchio ed il rischio valanghe è molto alto, per cui mi viene un'idea; parto alla direzione dell'amato Monte Bracco (m 1.308), in modo da riprendere l'allenamento escursionistico, stare all'aperto e riprendere a fare progetti.
Poco prima di Saluzzo, ecco la spettacolare piramide del Re di Pietra, il Monviso (m 3.841); proprio davanti, molto più basso e appena appena innevato, il Bracchetto:


Salgo da Sanfront ed ecco il familiare versante sud-ovest del Bracco:


Parcheggio molto in basso, in paese, del resto sono qui proprio per far lavorare un po' la gamba!


La giornata è splendida, come previsto, e da subito sono in maglietta.
Prima del Rifugio Miravidi, prendo a destra il sentiero che sale verso il Combale Tofu e mi inoltro nel bosco:


Ogni tanto qualche traccia di neve, ma si cammina bene; non c'è praticamente nessuno: strano, visto che le pareti sono perfettamente asciutte:

Arrivo alla Placconata dei Serpenti, settore di parete dove abbiamo salito numerose vie: è in perfette condizioni.


Faccio una pausa per sgranocchiare qualcosa al sole, poi riprendo a salire; la neve aumenta, cerco il sentiero, fino a quando mi imbatto nella evidente traccia che risale la dorsale dalla chiesa sopra Rifreddo.
Da qui guadagno quota più in fretta, anche se il percorso è scivoloso (neve, fango e rocce); incrocio tre escursionisti che stanno scendendo, poi comincio a scorgere la croce di Sanfront:


In breve sono in vista del Rifugio Stefano Mulatero:


Lo raggiungo: in cima al Bracco trovo circa mezzo metro di neve; mi siedo su una pietra, al sole: si sta benissimo, niente vento e mi sorprendo a rimanere in maniche corte anche da fermo...
Sulla sinistra, la croce sommitale; a destra, il Monviso cattura lo sguardo:

Estraggo dallo zaino qualcosa da mangiare ed un fantastico libro: il primo volume de "La storia dell'alpinismo" di Gian Piero Motti.
Nessuna nuvola, solo un po' di foschia giù in valle:



Verso le 15,30 inizio la discesa, facendo attenzione a non scivolare...
Poco sotto la Placconata dei Serpenti, mi fermo a studiare alcune vie di placca che io e Paolini abbiamo adocchiato tempo fa: interessanti...


Poi ricomincio a scendere e, dopo mezza giornata in solitudine, faccio ritorno nel recinto sociale di gervasuttiana memoria, sempre sotto lo sguardo protettivo del Re di Pietra: