sabato 23 febbraio 2008

Placche di Oriana: Scacciapensieri


Sabato 23 febbraio 2008


Io e Paolino l'Alpino



Previsioni ottime, zero termico addirittura a 3.800 m.
Mi aspetto di trovare affollamento alle Placche di Oriana, invece... praticamente nessuno! Solo due ragazzi milanesi.



Dopo l'avvicinamento, eccoci:



Il settore sinistro, un po' più selvaggio ed in parte innevato:


Optiamo per questo ed arriviamo all'attacco delle vie dopo qualche passo nella neve:



Incontriamo due ragazzi milanesi che stanno salendo una via vicina alla nostra scelta: Scacciapensieri (5 6 L 180 m).

Non sono sicuro del nome della via, in quanto ho due guide nuove della zona, che danno indicazioni contrastanti, purtroppo...
Parte Paolino:


Il primo tiro è il più impegnativo; le vie di questo settore offrono un'arrampicata completamente in aderenza, in placca.
Lo raggiungo e riparto, concatenando due tiri; a metà strada, in corrispondenza della sosta che salto, abbandono il soft-shell, fa veramente un caldo incredibile!



Paolino mi raggiunge e, a sua volta, concatena i due tiri successivi, di placca omogenea, arrivando in sosta giusto giusto: le nostre corde da 60 m avanzano circa mezzo metro...



Conduco la sesta ed ultima lunghezza di corda, una placca lavorata e divertente...


Quando si esce in vetta, si rimane sul filo di una lama rocciosa, a strapiombo dalla parte opposta, rapiti dalla vista strepitosa che si apre: Dent d'Herens (m 4.171), Cervino (m 4.478), Dent Blanche (m 4.357):



Breithorn Occidentale (m 4.165), Breithorn Centrale (m 4.160), Polluce (m 4.091), Castore (m 4.221), Lyskamm Occidentale (m 4.481), Lyskamm Orientale (m 4.527), Punta Dufour (m 4.634), Punta Zumstein (m 4.563) e Punta Gnifetti (m 4.559):


Eccomi in cima, idealmente abbracciato dal Cervino e dal Rosa:



Ammiriamo il panorama, non c'è vento nemmeno in cima; caldo tardo-primaverile...
Poi ci caliamo, attanagliati dalla sete:



Facciamo ritorno ai prati del Plan Flo, individuiamo una bella placca appena inclinata e ci corichiamo al sole, a torso nudo.
Mangiamo, beviamo e ci rilassiamo; anche troppo, infatti ci ridestiamo alle 15,30, quando ormai è troppo tardi per attaccare lo Spigolo Hindu Kush (6a 140 m), nel settore destro, come volevamo fare...

sabato 9 febbraio 2008

Monte COUDREY (m 1.298): Via le Dita dal Naso


Sabato 9 febbraio 2008




Io e Paolino l'Alpino



Torniamo ad Albard (AO), siamo un bel gruppetto: Io, Manu, Paolino, Simo, Manu e Daniel.




Al parcheggio, ci dividiamo in due settori diversi della montagna; io e Paolino l'Alpino andiamo su Via le Dita dal Naso (6a+ D+ 400 m).

Le previsioni sono buone, ma stavolta pare che il miracolo del Coudrey (arrampicata in maglietta in pieno inverno) non si compia...

Troviamo l'attacco della via, immortalato da un Paolino che è tutto un programma...



Sono le 10,30.

Il primo tiro (3a) è bruttino, oltretutto ci sono colate d'acqua che rendono tutto più antipatico...

Parto per il secondo tiro (4a): dopo aver rimontato una facile placca, salgo un diedro verticale, con una bella lama che però è mobile ed un masso all'uscita, che offrirebbe un comodo appiglio, se non mi sembrasse mobile pure lui! Non mi fido a "tirarlo", perchè se cadesse farebbe fuori Paolino...



Eccomi in sosta, uno sguardo alla cresta che ci porta fuori definitivamente fuori dal bosco:


La terza lunghezza (3a) è ancora una facile placca abbattuta su terreno erboso... Paolino si diletta in una bella sosta su albero.

Con il quarto tiro (4a) cominciamo a divertirci: salgo una bella placca quasi verticale, poi piego salendo verso sinistra, attraversando anche una fastidiosa colata d'acqua, infine attrezzo la sosta, collegando i due spit.




Paolino mi raggiunge e parte per la quinta lunghezza (4b): sale in verticale lungo il diedro-canale scavato dall'acqua, poi sosta sulla sinistra, dopo 35 m:


Il sesto tiro (4b) è piuttosto divertente: salgo in leggero traverso verso sinistra, poi supero un muretto verticale ma ben appigliato, quindi una placca mi porta a sinistra, dove attrezzo una sosta su di un solido albero, in posizione comoda.


La temperatura è freddina; da un paio di tiri siamo finalmente al sole, dopo la prima parte in ombra, ma in compenso si è levato un vento piuttosto freddo.

Paolino percorre la settima lunghezza di corda (5a), salendo dritto una successione di muretti e, più in alto, una placca con alcuni passi delicati.


Attrezzata la sosta ancora una volta su albero, salgo io e, dopo una barretta per reintegrare qualche zucchero, parto per l'ottavo tiro, semplice tecnicamente (2c), ma delicato, a causa dell'erba scivolosa che ricopre alcune cenge; vado a sostare su una rassicurante betulla e recupero il socio.



Il nono tiro (6a) presenta una parete aggettante percorsa da una piccola lama, da superare prima in dulfer, poi in aderenza.

Parte Paolino, individuiamo il movimento corretto, ma il vento e la roccia gelida attanagliano le nostre mani, per cui non riusciamo a passare puliti.

La sosta è nuovamente al sole, fortunatamente.

Il decimo tiro (5b) tocca a me: bellissimo, partendo con una bella lama da scalare in dulfer e continuando con una piacevole placca appoggiata, in pieno sole, fino ai due spit di sosta.


Alla decima sosta si resta stupiti dalla stranezza e dalla bellezza della grande placca che rappresenta l'undicesimo ed ultimo tiro (6a+).

Recupero Paolino, che parte per l'ultimo viaggio.

Entrambi, come credo chi ci ha preceduti, pensiamo che la placca non sembra così insuperabile ed intimamente speriamo seriamente di riuscire a superare il nostro primo 6a+...
Purtroppo, come spesso accade, un conto è osservare da sotto, un altro è trovarsi in parete...

Infatti, già la prima parte del tiro, una placca piuttosto appoggiata, non si rivela così semplice, anzi: Paolino si lagna per la lunghezza della chiodatura (fin qui decisamente ravvicinata), mentre procede su movimenti aleatori...



Un punto di riposo segna la fine della placca appoggiata e l'inizio del muro verticale e qui le cose si fanno veramente toste...

Troppo, per noi.

Per salire, dobbiamo azzerare; complimenti a chi sale in libera!


Alle 16,00 siamo fuori, ci dirigiamo alle macchine, dove aspetteremo fino alle 18,00 l'arrivo dei nostri amici.

sabato 2 febbraio 2008

Monte BRICCAS (m 2.426)



Sabato 2 febbraio 2008



Io e Paolino l'Alpino

I falesisti non si riescono più a smuovere....
Neanche in una giornata uggiosa ovunque, tranne che in quota, dove ottime condizioni di neve perfettamente trasformata suggeriscono una salita di questo genere.
Dato che le previsioni sono incerte e comunque danno miglioramento in giornata, partiamo piuttosto tardi, dopo le 8,00.
Sosta in panetteria a Revello e ricerca dell'attacco della salita, che affrontiamo alle 10,40 da una frazione sopra Crissolo.
Nebbia e nuvole.



Io cammino con racchete da neve, Paolino sale con gli sci e le pelli di foca.


Dopo circa mezz'ora, eccoci sbucare al di sopra della coltre nuvolosa: rimaniamo entusiasti ed esterrefatti per quanto possano cambiare le cose in pochi minuti...
Proprio mentre oltrepassiamo il confine tra notte e giorno, ecco che avvertiamo alle nostre spalle la presenza incombente del Re di Pietra, il Monviso (m 3.841)...


Ormai siamo in un altro mondo, nella luce abbacinante del sole che si riflette ovunque sulla neve fantastica che ci sorregge: dura, perfettamente trasformata, eccezionale; sotto di noi, le nuvole si insinuano nelle valli come il mare in un fiordo norvegese:



Il nostro obiettivo, il monte Briccas (m 2.426), una facile e frequentata salita invernale, che porta ad un celebre balcone panoramico sul Monviso ed i suoi satelliti:


Man mano che saliamo aumenta la temperatura corporea: complice la fatica, si suda parecchio ed eccoci in maglietta!!!
Si apre una vista indimenticabile sul Viso, col "vestito" invernale:


Pensiamo che chi è rimasto a casa non crederà alle condizioni in cui ci troviamo, l'oscurità e la nebbia dei nostri paesi non permettono nemmeno di visualizzare correttamente la luce piena ed abbagliante del sole su questi pendii innevati!
Mi devo fermare per spalmare la protezione solare.
Ecco Paolino in cresta, nel blu:



La meta non è lontana, anche se il pendio è molto più inclinato dell'impressione che si ricava da queste foto...



Alle 13,00 siamo in vetta: che panorama!



Le foto di rito, non prima di una bella scorpacciata di focaccia alle olive!




Si sta benissimo, ci fermiamo in cima un'ora e mezza, prima di ridiscendere nel recinto sociale di Gervasuttiana memoria e ritornare al grigio della nebbia...