sabato 5 luglio 2008

PUNTA GIORDANI (m 4.046): Cresta del Soldato


Sabato 5 luglio 2008


Io, Carlo e Paolino l'Alpino


Due parole sintetizzano questa giornata di grande alpinismo in amicizia: soddisfazione e fatica!
L'uscita è stata semplicemente perfetta, dal punto di vista logistico-organizzativo: materiale caricato in macchina già il venerdì sera, poi tutti puntuali (anche Carlo!!!) all'appuntamento della partenza, alle 4,45.
Viaggio tranquillo, arrivo a Stafal (m 1.820), l'ultima frazione di Gressoney (AO), alle 6,50; ci prepariamo, ci vestiamo, imbraghiamo e ci carichiamo gli zaini in spalla; biglietto ed eccoci sulla prima corsa della funivia delle 7,30, prima al Gabiet (m 2.325), poi al Passo dei Salati (m 2.971).

I guardiani della Valle del Lys: i 4.000 sopra Gressoney:


Il nostro obiettivo è la Cresta del Soldato (III- PD+ 400 m), la cresta sud-est che sale verso la vetta della Punta Giordani (m 4.046):

Alle 8,10 siamo al Passo dei Salati: da qui, un sentiero in parte attrezzato con corde fisse permette di aggirare la spuntone roccioso dello Stolemberg e quindi di raggiungere la vecchia stazione della funivia, oggi dismessa, di Punta Indren (m 3.260).
Vi giungiamo in un'ora esatta, alle 9,10.
Il meteo è splendido, fa caldo, ma fortunatamente la notte è stata abbastanza fredda, come dimostra il verglas che ricopre le rocce.
Ecco la vista sulla nostra via: c'è ancora molta neve in giro e noi siamo un po' preoccupati, in quanto da lontano non scorgiamo alcuna traccia... Né verso l'attacco della via, né quella della via normale di discesa...

Fortunatamente invece la traccia c'è e la vediamo bene da Punta Indren.
Mentre ci ramponiamo e ci leghiamo in cordata, ci raggiungono due ragazzi di Varese, con l'intenzione di attaccare la nostra stessa via.
L'avvicinamento prevede 400 m di dislivello lungo il ghiacciaio di Bors, attraversando il pendio a mezza costa e risalendo alla sella nevosa posta tra la Punta Vittoria (m 3.435) e l'attacco della Cresta del Soldato:



La traversata ci impegna per un'ora, proprio come da relazione.
Il problema è che per me dura un'eternità!
Lo scarso allenamento a questo particolare tipo di progressione e di sforzo mi prostra...
Alla sella nevosa, facciamo una breve pausa per mangiare e bere qualcosa, poi ci prepariamo alla cresta.


Attacchiamo alle 10,45: la prima parte si svolge su neve, ottimamente trasformata, e seguiamo il filo di cresta.


Dalla Valsesia, sopra Alagna, salgono nuvole ad intermittenza, che però si arrestano allo spartiacque e restano innocue.
Paolino è davanti, Carlo a metà e io chiudo la cordata Varicocele.
Il terreno presenta una prima fascia di rocce, che superiamo con facilità, tenendo i ramponi ai piedi; la roccia è granito rosso.


Grazie ai tratti innevati, guadagnamo quota abbastanza velocemente e la Punta Vittoria è ben presto sotto di noi:


Un tratto misto, poi...


la via diventa definitivamente un'arrampicata su granito: ci fermiamo alla base di una paretina rossa, togliamo i ramponi e riponiamo le piccozze.
Saliamo legati, procedendo in conserva; i nostri amici varesini optano per la salita slegati e passano davanti.
Un sasso grande come un'anguria vola di sotto, passando tra la mia testa e quella di Carlo...

L'ambiente è veramente grandioso!
Siamo a quasi 4.000 m di quota, il contrasto tra il bianco della neve, il rosso del granito e l'azzurro del cielo lascia senza fiato.
Alla nostra destra, la parete precipita senza fine sul Ghiacciaio delle Piode.
Ancora un nevaio, che saliamo senza ramponi, poi gli ultimi cento metri di quota in arrampicata.


Alle nostre spalle, la cresta si svolge nella sua lunghezza e va a perdersi nelle nuvole che premono verso ovest:


Ancora diedri e salti rocciosi, alcuni bagnati, ci portano sotto le placche finali, di un colore giallo incredibile:

Ancora uno sguardo alla via percorsa:

Visto che i due ragazzi che ci precedono stanno tribolando sulla placca che qualche relazione grada III-, altre relazioni danno IV grado (uno di loro perde anche la piccozza, salendola, e tenta di tornare a recuperarla), per non perdere tempo (e forse l'ultima funivia...) decidiamo di seguire un itinerario diverso.
Per i risalti finali, passo avanti io.

Scaliamo ancora qualche passo, faticosamente, ma sentiamo la vetta vicina:

L'ultima paretina da vincere, al di sopra c'è solo cielo:


Ed eccomi sbucare in cima, facendo capolino dall'ultimo diedro.
La madonnina di vetta della Punta Giordani (m 4.046), il mio 12-esimo Quattromila!

Ah già, dimenticavo...
Devo recuperare i miei compagni!
L'ultimo sforzo anche per Carlo e Paolino, con passaggi non banali e verticali:

Poi anche per loro la fatica di salire è terminata:

Sono le 13,30.
Eccoci riuniti, soli, sull'aerea ed esigua vetta della montagna:

Di fronte a noi, verso nord, altre vette del Monte Rosa: la Piramide Vincent (m 4.215) in primo piano, il Balmenhorn (m 4.167), il Corno Nero (m 4.322) e terrificanti seracchi e cornici pendenti sul versante di Alagna:

Uno sguardo alla via normale che ci attende per la discesa: sembra in buone condizioni.

Alle 14,00 ci ramponiamo e ci lanciamo giù per il pendio; la pendenza raggiunge i 45°, in diversi tratti; scendiamo veloci e nel giro di una sola ora siamo a Punta Indren, stanchissimi!
Scatta lo svacco collettivo sulle placche inclinate ed accoglienti, con vista sulla "nostra" via e sulla via di discesa:


L'ultima funivia è alle 17,15, ora sono solo le 15,00: siamo andati alla grande, nonostante la fatica disumana!
Possiamo riposarci, mangiare e bere; alle 16,00 ripartiamo e prendiamo la funivia alle 16,30.
Giornata di grande alpinismo, spero ne seguiranno tante altre!

3 commenti:

kamerlele ha detto...

grandissimi !!!
Credo che sarei schiattato, ma la voglia di tornare "in alto" sale...

:)

Grande varicocele...

kamerl

Unknown ha detto...

Ottimo!! Solo qualche errorino :P ... trovi la soluzione su QZ.

Ciao,
Fed7

DANI ha detto...

Rimediato!

Grazie Fed, ci sentiamo di là :-)