mercoledì 20 agosto 2008

PUNTA UDINE (m 3.027): Tempi Moderni




Mercoledì 20 agosto 2008



Io e Manu


Settimana di ferie, vediamo di sfruttarla per bene...
Un obiettivo da lungo tempo, una via di cui TUTTI parlano benissimo, il capolavoro di Fiorenzo Michelin: Tempi Moderni (5c+ TD- 300 m) a Punta Udine (m 3.027).

Organizziamo il bivacco in tenda al Pian del Re (m 2.020), poi, causa temporale martedì sera, optiamo per la salita in giornata.

Partiamo presto, in 1h 30' siamo al Pian del Re, dove ci imbraghiamo e partiamo leggeri lungo il sentiero che ci porta al Rifugio Vitale Giacoletti (m 2.741).

Salita l'ultima morena, ecco Punta Udine (m 3.027):


Finalmente siamo in vista del rifugio, il sole è già alto e la temperatura fantastica:
Al Giacoletti ci accoglie Andrea Sorbino, gestore, guida alpina e infaticabile chiodatore e ci gustiamo una buona tazza di tè caldo ed una crostata. Sullo sfondo, il vicino Monviso (m 3.841):



La via è esposta a nord-est, a quest'ora riusciamo a rimanere a tratti al sole e la cosa non ci dispiace. In una decina di minuti dal rifugio raggiungiamo l'attacco della via, ben segnalato:



L'attacco della via è ben conosciuto dagli arrampicatori, in quanto offre subito uno dei passi più duri e selettivi: una fessura strapiombante (5c+) molto faticosa...


Manu sale piuttosto agevolmente, mentre io mi esibisco subito in un bel resting dovuto a ghisa pura negli avambracci... Riesco infine a ribaltarmi al di sopra dello strapiombo e percorro la bella rampa inclinata, placca su ottimo gneiss; ecco Manu in sosta sopra di me:


Manu rimane davanti e sale un muro verticale sulla destra (5c), poi segue lo sperone di roccia compatta (splendida) ed infine una bella placca tecnica (5b), fino alla seconda sosta.
Lo raggiungo, purtroppo all'ombra data l'esposizione, ma la temperatura è buona, non c'è vento:


L3: Manu risale la placca verso una fessura-camino, poi affronta un'altra grande placconata, su microtacche; un breve ma intenso bombé ed ancora una placca delicata (5c) conducono alla quarta sosta:


La scalata è bellissima, non sto nella pelle e passo avanti nel quarto tiro: una fantastica placca chiara, gneiss quarzitico, prima più appigliata (4c):


Poi via via più tecnica (5b); ormai siamo in forte esposizione, i ghiaioni alla base del Coulour del Porco sono belli lontani:



Alla nostra sinistra, una cordata spunta dal Diedro Raffi-Rattazzini (6a+ TD 9L 250 m), altra magnifica via su questa parete, con cui condivideremo gli ultimi tiri:

Ci ho preso gusto, la roccia mi piace, così come i tiri in placca: conduco la quinta lunghezza (5a), sempre lungo la stessa placca lavorata, un sogno:



Manu in sosta, finalmente al sole:

L6: ci alterniamo nuovamente. Manu sale in placca, quindi supera un piccolo strapiombo verso destra (4c) e segue un pilastrino fino ad una terrazza. Da qui supera ancora un muro ripido e compatto (5c) e raggiunge la sosta dopo un "viaggio" di 40 m:

La settima lunghezza di corda ci conduce facilmente ad un intaglio alla base di un marcato pilastro, sosta in comune con il Diedro Raffi-Rattazzini. Siamo esattamente sulla verticale del Rifugio Giacoletti:


Manu conduce l'ottavo tiro, rimontando il pilastro con movimenti delicati ed esposti (5c), poi via via più facilmente (4c):

Vado avanti per la cavalcata finale, in cresta per oltre 55 m:

Manu mi assicura, ormai siamo fuori dalle difficoltà:

Aria di vetta, percorro gli ultimi risalti:

Manu mi raggiunge in cresta, siamo a pochi passi dalla vetta, su un pulpito che pare galleggiare sul vuoto alle sue spalle:



Eccoci ancora una volta in vetta a Punta Udine (m 3.027); foto di rito con la croce ed il Monviso (m 3.841) alle spalle:

Autoscatto anche verso nord, con Punta Venezia (m 3.095) alle spalle:

Intanto, alcune cordate completano la battutissima e bellissima Cresta Est (4c AD+ 12L 300 m), che abbiamo scalato un paio di anni fa:

Ci colpisce la targa commemorativa dedicata a Vitale Giacoletti, cui è dedicato il rifugio, alpinista deceduto nel 1955 su quel Cervino che abbiamo scalato pochi giorni fa:
E' ora di scendere: ci incamminiamo lungo le rocce sfasciumate del versante nord-ovest della montagna e raggiungiamo il Colle del Coulour del Porco (m 2.920).
Scendendo lo sguardo segue il profilo della parete che abbiamo appena scalato:


Nota negativa per l'attrezzatura veramente eccessiva del Coulour del Porco...
Manca poco alla scala mobile...

In conclusione, che dire di Tempi Moderni?
Una via fantastica, una delle più belle scalate della mia giovane carriera, il capolavoro di Fiorenzo Michelin, che non posso far altro che ringraziare.
Via magnifica e chiodatura sicura e puntuale, considerando l'ambiente severo in cui si sviluppa.
Non la dimenticherò e probabilmente tornerò a ripeterla, un giorno.

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