sabato 22 agosto 2009

CORNO NERO (m 4.322): Via Normale


Sabato 22 agosto 2009




Io, Wil e Valerio

Il gusto particolare di una salita quasi "di rapina"...
Le previsioni sono contrastanti, ma io mi affido al sito di fiducia e dico di andare!
L'idea è di salire in giornata una o due vette del Rosa, tra quelle che non ho mai scalato.

L'obiettivo è il Corno Nero (m 4.322) e la speranza è quella di concatenare la Ludwigshohe (m 4.343), vicina e semplice.
Ovviamente, salendo in giornata, siamo legati agli orari degli impianti di risalita: partiremo tardi (la prima corsa è alle 7,30) e dobbiamo rientrare in tempo per l'ultima corsa (17,15).
So bene che non è l'ideale viaggiare per ghiacciai dopo le 12,00, ma devo fare di necessità virtù e mi affiderò alla mia esperienza per fare continuamente le valutazioni del caso (meteo, condizioni del ghiacciaio e dei crepacci).
Parto alle 4,30 e passo a raccattare i grandissimi Wil e Vale a Torino alle 5,15.
E' ancora buio pesto, appena parcheggio (in anticipo) una lucciola si avvicina, ma appena vede che apro il bagagliaio e traffico con ramponi e piccozze forse mi prende per un maniaco e se ne va...
Arriviamo puntuali alla prima ovovia delle 7,30 a Staffal (Gressoney) ed alle 8,10 siamo in cammino dal Passo dei Salati (m 2.971).
Superiamo l'odiato Stolemberg (m 3.206) ed alle 10,10 siamo oltre le corde fisse, in vista della Capanna Gnifetti (m 3.647) e dei ghiacciai del Rosa:

Poco sotto, il bellissimo Rifugio Città di Mantova (m 3.498) e, all'orizzonte, il Monte Bianco (m 4.810):

La Piramide Vincent (m 4.215) e la Punta Giordani (m 4.046):

Il sole delle 11,00 ci cuoce senza pietà, ma lo sapevamo...
In compenso, sono contento che le previsioni del mio sito di fiducia siano corrette: il meteo regge.


La traccia sale evidente:

Saliamo verso il Colle del Lys (m 4.248); superata la fatidica quota 4.000, ecco per la prima volta visibile il nostro obiettivo, in secondo piano:

I miei grandi compagni di avventura, Wil non è al massimo della forma:

Alla nostra destra, il facile versante nord della Piramide Vincent (m 4.215), salito da me in solitaria nel 2004:

Saliamo incontrando chi scende dal viaggio alla Capanna Margherita (m 4.559); in primo piano, il Balmenhorn (m 4.167) e dietro il Corno Nero (m 4.322):

OK, il meteo tiene, puntiamo dritti alla nostra montagna:

Alla nostra destra, il Balmenhorn con il Bivacco Giordano (m 4.167) ed il celebre Cristo delle Vette:

Ci avviciniamo alla nostra cima:

A sinistra, il Naso del Lyskamm (m 4.100) ed il Lyskamm Orientale (m 4.527):

Incrociamo altre cordate, poi abbandoniamo la traccia autostradale che conduce alla Margherita e puntiamo al Corno Nero:

Giunti alla sella alla base del pendio finale, Wil è sempre più a pezzi ed abbandona ogni dignità...

Da qui, il Corno Nero è splendido: risaliremo il pendio di neve a destra (50°), fino alla cresta:

Alle nostre spalle, il dolce e facile pendio che conduce alla Ludwigshohe (m 4.342):

Attacco il ripido pendio nevoso, seguito dagi amici: l'attenzione è massima, sotto di noi si spalanca un enorme crepaccio, decisamente inquietante:

Finalmente sco in cresta, affilata e spettacolare:

Recupero Vale da una sosta in cresta; Wil è legato a lui tramite un nodo a otto, non può cadere.
In primo piano, la madonnina di vetta sulle rocce finali; il panorama è grandioso: a sinistra, la Punta Dufour (m 4.634), punto culminante del Monte Rosa, subito a destra la Punta Zumstein (m 4.563):

Siamo tutti riuniti in cresta, ora puntiamo alla madonnina sommitale:

Parto in traversata su misto, assicurato da Vale, poi le ultime rocce, facili ma molto esposte, mi portano in vetta.

Pochi istanti dopo, eccoci tutti riuniti in vetta al Corno Nero (m 4.322)!!!
Complimenti a Wil per aver stretto i denti, nonostante il malessere.
Per me è il 18-esimo Quattromila.

Dopoi le firme sul libro di vetta, pensiamo a scendere: sono le 13,15, dobbiamo rincorrere l'ultima funivia per scendere a valle; inoltre, salgono nebbie e nuvole dal fondovalle, lato Valsesia.
Abbandono l'idea di salire anche la Ludwigshohe (m 4.342), anche se potrei salirci in soli 15'...
Poco male, la farò quando tornerò per la Punta Parrot (m 4.436)...
Ora occupiamoci della discesa: in vetta è presente una solida sosta, che però è priva di anello di calata.
Il cavo metallico presenta dei fili rotti, che potrebbero abradere le nostre già sottilissime corde da 8 mm; sfortunatamente, ho lasciato i miei maillon da abbandono attaccati all'imbrago che uso su roccia...
Wil decide di sacrificare un moschettone e lo aggancia correttamente ad uno degli spit; annodo le corde e ci caliamo:

Come sempre, scendo per primo, prima lungo le rocce, poi sul pendio nevoso e la lunghezza di 30 m della calata è perfetta per atterrare fuori dai guai.

Ora sono le 13,45, è meglio tornare.
Galoppiamo in discesa, anche se Wil crolla dal sonno.
La discesa non presenta intoppi: la nebbia non è molto fitta, la traccia è ottima e io conosco la zona benissimo.
Siamo alla funivia alle 17,00, in tempo, e, durante la discesa, Wil ci manifesta in un sacchetto di plastica la prova tangibile del suo malessere...

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