domenica 28 febbraio 2010

PLACCHE di ORIANA (m 1.400): Rue de la Guérison (5b 110 m 5L)



Sabato 27 febbraio 2010



Io, Wil, Max, Chiara, Sabrina e Paolino l'Alpino

Appuntamento a Scarmagno, grande cumpa oggi.
Destinazione: partiamo per le pareti del Monte Coudrey (m 1.298), poi cambiamo idea strada facendo, siccome le Placche di Oriana (m 1.400) sembrano sgombre dalla neve...
Mezz'ora più tardi l'intuizione si rivela forse un pochino azzardata:

Dopo il consueto avvicinamento di circa 25', saliamo verso la parete del settore destro, affondando qua e là nella neve fino al ginocchio...

Sghignazzando e tribolando, eccoci all'attacco di una delle vie: Rue de la Guérison (5b 5L 140 m), già salita tempo fa, ma una delle poche accessibili, a causa della neve.
L'attacco della via è a dir poco laborioso: Wil sale al primo spit libero da neve e ghiaccio e fissa una fettuccia; ci prepariamo appesi alla fettuccia, cambio scarpette, fissaggio zaino, ecc.
Stabiliamo le cordate:
  • Wil
  • Max
  • Sabrina
  • Io
  • Chiara
  • Paolino l'Alpino

Wil attacca, finalmente: è quasi mezzogiorno e tre di loro dovranno andare a cenare e pernottare al Rifugio Monte Bianco, in Val Veny.

Il primo tiro (5a) propone un bel passaggino quasi in partenza, poi una placca ed una serie di lame da salire in dulfer; in breve Wil è in sosta:

Salgono Max e Sabrina, che ci regalano una splendida salita stile "in velata polemica" :-) , poi parte la nostra cordata, che conduco io.

Divertente il primo tiro, poi raggiungo la sosta e recupero i compagni:

Paolo e Chiara sul risalto finale, sotto la sosta:

Intanto Max è già partito per la seconda, splendida lunghezza (5b): una placca breve, poi uno strapiombo da vincere salendo in diagonale verso sinistra, su buoni appigli:

Salgo a mia volta, esco da un diedro verso destra e mi assicuro alla comoda sosta, seguito ben presto dai compagni:

Sopra di noi il terzo tiro (5a), una lunga placca di roccia perfetta:

Gli amici sono impegnati...

mentre i miei compari mi raggiungono alla seconda sosta:

La parete sopra di noi:

Paolino e Chiara in sosta:

Si prosegue in piena placca:





La quarta lunghezza (5a), sempre in rigorosa placca, ci porta sotto ad un tettino, ma, data l'ora tarda ed il vento gelido ch da oltre mezz'ora ci sferza impietoso, optiamo per la discesa in doppia:

Dopo soli 45', il trio di pazzi che ci precede si cala, liberando la sosta.

Li seguiamo, così ci regaliamo una discesa nella neve fonda fino alla strada asfaltata, non prima di esserci goduti una serie di acrobazie appesi al primo spit per cambiarci le scarpe e prepararci alla discesa...

Tra grandi risate, c'è ancora spazio per una pausa thè al locale all'ingresso del paese di Hone, quindi... si parte, anche per questa settimana le magnifiche ore in montagna sono agli sgoccioli...

Ma la grande stagione si avvicina a grandi passi... ;-)

sabato 20 febbraio 2010

ROCCA dell'AIA (m 680): Via du Parpeletta + Cresta Sud-Est


Sabato 20 febbraio 2010



Io e Paolino l'Alpino

Come nelle migliori tradizioni, l'assassino torna sempre sul luogo del delitto...

Una settimana dopo, previa sosta a Lesegno dal mitico Mauro a far incetta di friends, rieccoci al parcheggio.
Stavolta splende il sole, anche se tira un venticello freddo decisamente fastidioso...

Mangiamo un panino e saliamo fino allo Scoglio del Butto (m 750): non troviamo la giusta ispirazione, nel senso che la via candidata ad essere salita presenta un primo spit molto alto, troppo per la nostra voglia di rischiare di oggi...


OK, allora scendiamo e ci spostiamo alla Rocca dell'Aia (m 680), così vado a riprendermi il maillon di calata che ho dovuto mollare la settimana scorsa!

Scendiamo fino a girare sotto la parete est della rocca ed attacchiamo la parete nel punto più basso possibile, alla base dello zoccolo.

Ci leghiamo e parto io lungo la Via du Parpeletta (4b 55 m):

Un po' di attenzione in partenza, poi salgo verso un tetto:

Rinvio un paio di spit, poi non trovo più nulla; rinvio un albero, poi traverso a destra alla base di un diedro verticale.
A differenza di una settimana fa, oggi c'è un sole splendido:

Con un paio di movimenti interessanti, risalgo in placca, rinvio uno spit ed un vecchio chiodo prima di sbucare in cima al risalto, dove trovo un buon fittone di sosta a cui assicurare Paolino:



Sopra di me, alcune decine di metri conducono alla base della parete sud vera e propria:

Paolino sale il diedro:



ed infine la placca:



Ci portiamo alla base della parete: Paolino inciampa strada facendo, causa impigliamento di un anello di corda, e sottolinea il nostro livello, con amara autoironia:

Ecco la parete sud della rocca di fronte a noi:

Stavolta attacca Paolino (le altre volte qui ero in testa io), che sale il muro del primo tiro lungo la variante diretta (V), poi prosegue lungo il diedro-rampa e sosta sui due golfari a sinistra della lama staccata.

Lo raggiungo e proseguo verso sinistra:

Mi interessa valutare la Variante Porro, che dovrebbe essere la via più facile per salire in cima; scorgo un paio di spit, poi la via sembra andarsi a raccordare con la Variante Diretta che sale diritta sopra la lama staccata:



Avendo anche il maillon di calata da recuperare, opto per il camino terminale, anche per chiudere il "discorso" lasciato aperto sabato scorso a causa del freddo esagerato.
Attacco il camino: stavolta la roccia ha una temperatura tollerabile, seppur non proprio gradevole, e riesco a passare; sottolineo comunque che il movimento non è per nulla banale, forse anche a causa del tipo di passaggio: i camini non appartengono al nostro background, essendo tipici delle zone dolomitiche...
L'uscita dal camino, ormai fuori dalle difficoltà:

Gli ultimi metri che mi separano dalla vetta:

Paolino mi raggiunge, sottolineando la particolarità dei movimenti, e poco dopo eccoci alla foto di rito con la croce sommitale:

Alle spalle, lo Scoglio del Butto (m 750):

Cartolina: ognuno va al mare a modo suo...

Il Butto:

Corda doppia sui golfari all'uscita della via:

Recuperiamo il mio maillon e con due calate siamo a terra:

Il camino:

Bella giornata, ci siamo divertiti, ma ora è tardi, ci aspetta il viaggio di ritorno!

sabato 13 febbraio 2010

ROCCA dell'AIA (m 680): Cresta Sud-Est


Sabato 13 febbraio 2010




Io, Wil, Sabrina e Max

Giornata a dir poco pazza...
Ritrovo al casello di Asti Est, dove scopriamo non esserci un parcheggio, per cui mi esibisco subito in una splendida inversione a U di fronte al casello...
Wil abbandona la macchina da qualche parte nei paesi vicini e finalmente partiamo alla volta di Genova.
La nostra meta sono le Rocche di Prou Ballou (m 570), dove il meteo ci fa sperare in un'unica possibilità arrampicatoria: la via Gino Musso (V D- 170 m).
Dopo l'autostrada e soprattutto dopo la tortuosa e pericolosissima stradina di avvicinamento, ecco il panorama che ci mostra la triste realtà:

Il versante sud-est è innevato, per cui non ci sono speranze di poter arrampicare a nord-est...
Dopo aver percorso metà del sentiero di avvicinamento, torniamo indietro, proprio mentre si avvicina un temporale dal mare, che mezz'ora più tardi ci rovescia addosso (ma siamo già in auto...) acqua e grandine!
Wil è vincolato dall'orario: deve tornare a Torino per le 18,00...
Decidiamo di tentare comunque di fare qualcosa, così attraversiamo tutta la Liguria in auto alla volta della Rocca dell'Aia (m 680), dove confidiamo nell'esposizione a sud delle vie.
Come accade spesso da queste parti, in riva al mare splende il sole, mentre quassù, seppur poco distante, regna il grigio:

Ci avviciniamo, dopo qualche passaggio automobilistico in sabbie mobili, e raggiungiamo velocemente la base della Cresta Sud-Est (4b 150 m) della rocca.
Una foto ai miei compagni di oggi:

Siccome la via è breve, stavolta attacchiamo la cresta dal basso, iniziando con la parte semplice, una cinquantina di metri che percorriamo in conserva:

La roccia è ottima, ma, ahimé, molto fredda:

Lungo la cresta:



Come anticipato, la situazione rimane questa: sole un po' ovunque, nuvole e freddo solo qui da noi!

Wil attacca il muro verticale:

Io lo assicuro:

Poi tocca a me, mentre Max mi segue:



Cielo plumbeo, temperatura bassa:

Raggiungo Wil in sosta, poi salgo il diedro-rampa che mi conduce facilmente alla sosta successiva, all'altezza di una grossa lama staccata, dopo aver rinviato un bellissimo vecchio chiodo:

Lascio a Wil l'ultimo tiro ed il piacere di sbucare in cima, visto che ci sono già stato altre volte: aggira uno spigolo e decide di sostare alla base del grande diedro-camino sotto la vetta.
Lo raggiungo e lo assicuro da lì: si innalza sulla sinistra, poi si blocca sotto la grande lama staccata che lo caratterizza; il passaggio non è facile e le mani assiderate non lo assistono, così torna giù e fa provare me.
A mia volta risalgo fin sotto la lama staccata, studio un po' il da farsi ed abbozzo un paio di idee, ma anch'io ho le mani congelate e decido di non fidarmi della presa che mi permettono; essendo anche in ritardo, lascio un anello di calata e scendo.

Con una doppia Wil è a terra, dove i nostri amici sono già tornati giù, per lo stesso problema alle mani...

Do un ultimo sguardo allo strapiombo salito un paio di volte lungo la Variante Diretta (5b), poi ragiungo gli altri e ci lanciamo al galoppo sul sentiero alla volta di casa.
Faremo ancora molta strada: Loano - Savona - Mondovì - Alba - Asti Est, da dove Wil ripartirà a tutta velocità per arrivare disperatamente all'appuntamento con un ritardo non troppo inaccettabile...