sabato 24 aprile 2010

PLACCHE di ORIANA (m 1.400): Spigolo Pendulo


Sabato 24 aprile 2010


Io, Manu e Paolino l'Alpino

Ormai è una costante: meteo penoso un po' ovunque, uno spiraglio di tenuta in bassa Val d'Aosta.
OK, torniamo alle Placche di Oriana (m 1.400), che non tradiscono mai...
Abbiamo un conto in sospeso con lo Spigolo Pendulo (6a 6L 174 m), che abbiamo già attaccato un paio di volte, fermati dal maltempo.
Manu torna ad arrampicare con noi; Paolino passa a prenderci con l'auto nuova fiammante e, partendo tardi per lasciar asciugare le pareti, eccoci a Courtil alle 11,00 abbondanti, orario veramente falesistico di cui mi vergogno non poco... :-)
Mentre ci prepariamo, ci raggiungono i richiami di alcuni amici, che hanno avuto la stessa idea e a cui prestiamo una mezza corda, prima di salire tutti insieme verso le pareti.
Noi tre ci portiamo all'attacco della via, con il sole in cielo ed una temperatura gradevole:

Ci leghiamo, attacco io il primo tiro (5b):

Salgo la placca con più agio del previsto, la volta scorsa mi era sembrata più impegnativa...

Seguono i compari: i primi passi di Manu su roccia dopo un po' di tempo:

Vado avanti lungo il secondo tiro (6a): prima una breve placca non banale, poi un trasferimento mi conduce ad una placca decisamente liscia:

Il tiro è molto chiodato ed azzerabile, cosa che non disdegniamo.
Frattanto sale la nebbia ad oscurare il sole e la temperatura ne risente subito...
Ci alterniamo al comando, passa avanti Paolino l'Alpino per la terza lunghezza (5c):

Da qui in poi procederemo praticamente sempre sul filo dello spigolo, spesso in dulfer.
Quando ci riuniamo tutti e tre appesi alla terza scomoda sosta, Paolino riparte per il quarto tiro (5a):

E' una lunghezza molto particolare, prima al di sotto del filo, poi ancora in dulfer al di sopra:
La prima parte:
L'uscita del tiro, splendida:

Le ultime due lunghezze vedono il ritorno in testa di Manu: sempre lungo lo spigolo, nella nebbia, il quinto tiro (5a), bellissimo:

Salgo a mia volta, seguito da Paolino, manco a dirlo... in dulfer:

Manu attacca la sesta ed ultima lunghezza (5b): prima un pilastrino in placca:

Poi ancora sul filo dello spigolo:



Poco dopo siamo tutti in cima allo sperone, nella nebbia:
Pausa culinaria, poi tutti a casa... il prato da tagliare mi aspetta minaccioso!

sabato 17 aprile 2010

PLACCHE di ORIANA (m 1.400): Terrain d'Aventure


Sabato 17 aprile 2010


Io e Paolino l'Alpino

Anche stavolta le previsioni meteo non ci lasciano libertà di scelta del nostro obiettivo; brutto quasi ovunque, uno spiraglio di tenuta in bassa Vallée.
Così, ci muoviamo per la 14-esima volta in direzione delle Placche di Oriana (m 1.400), terreno di gioco quasi inesauribile e sempre a portata di mano.
Ci dirigiamo sotto un bel sole verso il settore sinistro; oggi c'è molta gente, compreso un corso CAI.

La via prescelta è Terrain d'Aventure (6b/A1 max 6L 200 m), piuttosto recente ed interessante:

Nei soliti 30 minuti eccoci all'attacco della via; la vista del primo tiro non è molto appetitosa, in realtà la via si rivelerà bellissima. C'è ancora un po' di neve nel canale che sale lungo la base del settore.
Attacca Paolino la prima lunghezza (5b): prima su placca, poi un muro lavorato a buchi, quasi fosse calcare:

Il sole tiene.
Raggiungo Paolino e parto per il secondo tiro (6a): prima un traverso a destra, che si fa via via più delicato, quindi la parete si raddrizza, completamente verticale.
Il primo passo in particolare è molto delicato ed impegnativo: la relazione dice 5c, ma qui il 6a ci sta tutto (così come l'aiutino nel superarlo, per entrambi...).

La parete prosegue verticale, a volte leggermente strapiombante, ma salendo le prese aumentano sensibilmente: trovo ottimi buchi da erosione, mentre la linea di salita corre ora esattamente sul filo del pilastro.
Dopo un bel viaggio adrenalinico, trovo un'ottima sosta, da cui recupero il compagno.

La chiodatura della via è ineccepibile, a tratti, dove il terreno è più facile, addirittura ridondante.
Terzo tiro (5b): va avanti Paolino lungo una placca a dir poco fantastica, verticale ma articolata:

Purtroppo si alza un vento freddo alquanto fastidioso, ma le nuvole si tengono alla larga.
Nella quarta lunghezza (5a), salgo nei pressi di un'incredibile caverna ideale per bivacco e mi innalzo lungo una bellissima placca lavorata:

Supero un risalto, poi la parete si abbatte e raggiungo quasi di corsa la sosta, situata ai piedi del pronunciato strapiombo che rappresenta il crux della via:

Paolino sale a sua volta ed attacca l'ostacolo, molto chiodato, ma molto aggettante...
La relazione parla di A0, ma per noi è A1: il cordino a mo' di staffa che piazza Paolino è talmente indispensabile che la userò pure io da secondo, lasciandola in loco (tanto ci caliamo in doppia...)!
Dopo qualche risata, un'altalena improvvisata da Paolo in resting e molti sforzi con urla da sala parto, il primo di noi è oltre lo scoglio:

Pochi minuti dopo, il passo di 6b è alle nostre spalle, anche se superato non proprio pulito... ;-)
Il tratto di 5b che segue sembra banale, dopo lo sforzo appena profuso...
Passo avanti per l'ultima lunghezza (4c), una bellissima e rilassante cavalcata in placca vicino al filo dello spigolo:

Siamo in cima, ancora una volta, ma le nuvole impediscono la consueta splendida vista sul gruppo del Rosa e sul Cervino...

In compenso, il vento è a dir poco patagonico: forte e freddo!
Ci caliamo a tutta velocità:

Torniamo al prato, qui il vento non si sente: ci sdraiamo al sole e mangiamo qualcosa.
La fame di roccia non è ancora sopita: e se salissimo anche lo Spigolo Pendulo (6a 6L 175 m)?
Sono già le 16,30, ma le giornate ormai sono lunghe...
Poco dopo eccoci all'attacco:

Paolino sale il primo tiro, mentre nuvoloni scuri si addensano sulle nostre teste...
La relazione parla di 5b, ma gli ultimi ripetitori scrivono che si sono staccate diverse scaglie: fatto sta che il 5b non ci sta proprio, siamo tra il 5c ed il 6a.
Quando siamo in sosta, attacco il secondo tiro (6a), ma, fatti pochi metri, facciamo il punto della situazione: sta chiaramente per piovere e più su probabilmente sarà un problema ritirarsi in doppia.
Per evitare di rovinarci la via, facendola di corsa e con l'ansia dellapioggia, decidiamo di ripiegare... e facciamo bene, poiché comincia a piovere appena tocchiamo terra!

sabato 10 aprile 2010

ROCCA del VISCONTE (m 1.300): Cresta dell'Uranio


Sabato 10 aprile 2010



Io, Chiara e Wil


Purtroppo Paolino oggi non è dei nostri, in compenso il meteo ci regala un anticipo di estate.
Ci muoviamo tardi, in tranquillità: destinazione vallone del Gran Dubbione, diramazione laterale della Val Chisone.
Parcheggio l'auto con il sole già bello alto: partiamo in maglietta, che terremo per tutto il giorno.
Di fronte a noi la meta, la Rocca del Visconte (m 1.300), che saliremo lungo la Cresta dell'Uranio (5b 10L 300 m):

Ci leghiamo e vado avanti io:

La prima lunghezza (5a+) risale lo spigolo fino alla sosta, aerea ma comoda:

Segue Chiara:



Quindi Wil:

Il secondo tiro (5b) probabilmente è il più bello: spigolo, da cui si esce in placca, in esposizione ma con chiodatura plaisir, fino alla comoda sosta:

Chiara in aderenza:





La terza lunghezza (5a) mi vede salire rapidamente lungo la grande placconata sormontata dall'enorme tetto sotto cui trovo una sosta a prova di bomba:

Prima recupero Wil:

Quindi Chiara:

Spesso accusato di andarmi a cercare vie con protezioni lunghe o datate... oggi i compagni riconoscono che non c'era alcuna mezza verità, la via è veramente plaisir, in un ambiente isolato e degno di un romanzo di Tolkien...
Dopo una traversata di una quindicina di metri di trasferimento, passa avanti Wil: il quarto tiro è semplice, di terzo grado, e lui lo sfrutta didatticamente, piazzando un buon nut:

La roccia è splendida, offre un ottimo grip.
Ci rilassiamo arrampicando i tiri centrali della via, a cavallo dello spigolo:

Il nono e penultimo tiro (5b) presenta una bella placca lavorata:

Chiara assicura Wil, io me ne sto praticamente sdraiato su una calda placca appoggiata:

Leggero traverso a sinistra ed un vago diedrino conduce alla comoda sosta:

Tocca a Chiara spalmarsi in placca:

Salgo a mia volta e passo avanti per la decima ed ultima lunghezza (5b), bellissima:

Risalgo lo spigolo:

Integro con una protezione volante, non strettamente necessaria, ma su uno spuntone talmente invitante...



Supero quindi il diedro grazie alla fessura che ne incide il fondo; quindi, dopo una ventina di metri caratterizzati da singoli passaggi, sbuco in cima allo sperone.

La prima a seguirmi è Chiara:

Quando siamo tutti in cima, scatta il meritato riposo:

Ad un certo punto, Wil ha una reazione scomposta: taglia un robusto ramo da un albero e comincia a spelarlo:

Armati del nuovo bastone magico, siamo in posa per l'autoscatto di vetta:
Lungo la discesa, la nostra attenzione è catturata dalla catena di sosta di un monotiro alla Parete di Baal: Wil propone di tentare e sale su molto deciso:

Alla nostra destra, parte della cresta appena salita accoglie l'ultimo sole:

Chiara sale a sua volta il tiro:

Per ultimo salgo io, nonostante i morsi della fame (ho lasciato i seppur abbondanti viveri in macchina, stamattina...); il tiro dovrebbe essere un 5c: