domenica 3 giugno 2012

ROCCA dei CAMPANILI (m 2.390): Alba Celtica

Domenica 3 giugno 2012

Io e Bruno










Una di quelle giornate che, oltre alla bellezza intrinseca, ti lasciano quel gusto particolare legato alla convinzione di averla "rubata", strappata al meteo ed allo scetticismo generale...
Sabato mi tocca un matrimonio e chi mi conosce sa quanto sia grave invitarmi a eventi di qualunque tipo di sabato... specie da aprile in avanti!
Comunque, dopo la festa peraltro bellissima, riesco ad estorcere alla mia dolce metà una giornata insieme in montagna, complice Bruno che porterà la sua bella famigliola.
La destinazione è il Rifugio Mongioie in alta Val Tanaro e noi due saliremo una breve via alla Rocca dei Campanili (m 2.390): Alba Celtica (6a+   4L   140 m), decantata come magnifica, soprattutto per via dell'eccezionale qualità della roccia calcarea.
Partenza tardi, ritrovo a Ceva alle 8,45 e via verso Ormea: il meteo è pessimo, nuvole scure e basse ci opprimono; ogni tanto piove e avverto chiaramente la sfiducia attorno a me.
Ma le previsioni che ho studiato attentamente parlavano di schiarite in alta valle, così proseguo fino a Viozene, dove parcheggiamo e dove, soprattutto, al momento non sta piovendo...
Sono le 9,50.
Siamo tutti concordi nel tentare la salita, così in breve siamo pronti: Bruno si carica la figliletta in spalla, mentre io porterò l'attrezzatura da arrampicata e le due corde.
La salita è tranquilla, fa caldo e non piove.
Facciamo anche qualche incontro simpatico:
Dopo circa 50 minuti (un po' di più di quelli promessi alla mogliettina...), siamo al rifugio, dove, sorpresa sorpresa, ci imbattiamo nella festa della sezione del CAI di Albenga, con tanto di panini, vino e bibite a volontà per tutti!
La nebbia regna sovrana e ogni tanto una folata di vento la spazza via, lasciando vedere un bel sole al di sopra: bene, quindi non c'è rischio pioggia.
Verso le 11,00 ci siamo rifocillati e io e Bruno ripartiamo alla volta delle mitiche pareti calcaree del Mongioie; precisamente, ci dirigiamo verso la Rocca dei Campanili, la parete senz'altro più bella e nota.
La nebbia ci impedisce di vedere dove stiamo andando, così saliamo fuori sentiero, a casaccio, con molta fatica.
Ogni tanto una piccola apertura ci permette di correggere la direzione di marcia.
Ad un certo punto, una schiarita ci informa che stiamo quasi per andare a sbattere contro la parete e fortunatamente... è la parete giusta!
Una schiarita più decisa ci presenta finalmente il fantastico calcare del Mongioie, con Bruno che è qualche passo avanti a me, voglioso di iniziare come me:
Oltre a noi due, ci sono solo due ragazzi che stanno ultimando le caate in doppia e se ne vanno subito, lasciandoci padroni assoluti della montagna!
La parete nel settore sinistro, dove corre la nostra via, Alba Celtica:
Il settore destro, dove la parete è più verticale e severa, percorsa da vie veramente selettive:
Troviamo subito l'attacco della via, nel punto più basso della parete:
Ci leghiamo, parto io, mentre sopra di noi il cielo è assolutamente azzurro e sereno: bene, ci abbiamo preso!
O meglio, ci abbiamo creduto e siamo stati premiati.
Il primo tiro (5b) percorre una lunga placca, solcata da cannelures e ceselli dell'acqua, bellissima, su un calcare di una qualità ed un grip assolutamente al'altezza della sua fama:
La chiodatura è ottima, spit solidi, con aggiunta e integrazione di molti punti a ravvicinare le protezioni originali.
Sotto di noi, la nebbia va e viene, lasciando intravedere improvvisamente i pratoni basali, per poi richiuderli e nasconderli alla vista:
OK Bruno, ora tocca a te, goditela:
Assicuro il compagno, che sale divertito:
Prosegue quindi lungo il secondo tiro (6a+), prima in placca più facile:
La parete, tutta per noi:
Più in alto la parete si raddrizza e richiede anche un tratto di forza, su esigui appigli; i piedi tengono quasi ovunque, grazie al grip eccezionale del calcare:
Trovo il passo chiave del tiro piuttosto impegnativo ed obbligatorio.
La sosta, che integriamo con un cordino:
Bruno va avanti lungo la terza lunghezza (6a+).
Una partenza non facile (5c), quindi un magnifico tratto verticale in placca, con qualche vaschetta (6a):
Il passaggio chiave è un traverso a destra di un paio di metri, su appoggi molto aleatori:
Il passo non è assolutamente regalato, infatti mi aiuto azzerando, stavolta è possibile...
Dalla terza sosta, vado avanti per il quarto ed ultimo tiro (5c): prima in traverso verso destra, poi salendo diritto lungo un pilastrino:
Intanto è tornata la nebbia a dare un tocco di Patagonia alla scalata:
Dopo l'ultima placca verticale, Bruno risale l'ultimo tratto più facile e mi raggiunge in sosta:
La via finisce qui.
Avendo promesso alle mogli che saremmo tornati presto, decidiamo di calarci subito in doppia ed abbandoniamo il progetto "criminale" di salire anche gli ultimi due tiri della vicina Pellegrinaggio in Oriente (6b   4L   110 m).
Con due veloci calate da 60 metri torniamo alla base della parete ed agli zaini:
Ora ci lanciamo veloci giù per i prati e riusciamo a seguire per lunghi tratti un sentiero, cosicché prima delle 16,00 siamo di ritorno al rifugio:
Mangiamo e beviamo, quindi scendiamo a valle.
Il tempo sarà clemente fino alla fine, torneremo alle auto completamente asciutti, dopo una giornata bellissima, con il valore aggiunto di averla strappata al meteo.

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