sabato 7 luglio 2012

CORNO STELLA (m 3.050): Rabdomante + Spigolo Inferiore

Sabato 7 luglio 2012

Io e Paolino l'Alpino



Il programma prevedeva l'alta quota....
Tanto per cambiare, quest'anno, il meteo è di altro avviso.
OK, caro il mio Paolo, ti tocca ancora ravanare appeso a pareti rocciose, visto che invece è previsto tempo splendido nelle Alpi Marittime!
Non sono mai riuscito a portare il mio socio su una delle pareti più celebri del nord-ovest, il Corno Stella (m 3.050)... Che sia la volta buona?
Incredibilmente, è lui stesso a menzionarlo per primo ed io non mi faccio certo pregare!
Partenza presto e si va in giornata: l'obiettivo prevede il concatenamento di una via sullo zoccolo, Rabdomante (5c   D   7L   280 m), e dello Spigolo Inferiore (IV+   D   6L   200 m), per un totale di 13 tiri e oltre 500 m di sviluppo, contando la liaison tra le due vie.
Parcheggiamo al Gias delle Mosche (m 1.591) e ci mettiamo in cammino.
Giornata splendida, non c'è una nuvola.
Dopo meno di un'ora siamo al cospetto del Corno e, alla sua destra, la regina delle Marittime, l'Argentera (m 3.297):
Uno scatto artistico, la sagoma inconfondibile del Corno proiettata sul versante opposto della valle:
L'avvicinamento al Rifugio Bozano è sempre piacevole, ora ancora di più, grazie al magnifico lavoro di pulizia e ripristino operato da Marco e soci, il gestore coadiuvato dagli addetti del Parco.
Dopo 1h 40' siamo al rifugio, dove l'accoglienza è sempre fantastica: anche se la voglia di raggiungere la parete è tanta, mi pare d'obbligo una tappa al Bozano, per scambiare quattro chiacchiere con Marco e prendere un thè ed una fetta di torta:
Dopo la sosta ristoratrice ed un breve consulto col gestore, sempre preciso ed informatissimo su tutte le vie della parete, si parte; in un quarto d'ora siamo al cospetto dello zoccolo del Corno:
Ecco l'attacco della via Rabdomante:
Ci leghiamo e Paolino attacca il primo tiro (4a), lungo 50 m:
Ci alterniamo al comando, a me tocca il secondo tiro (5a), diritto fino ad un risalto erboso, poi lungo un muro verticale, leggermente a destra:
La sosta:
Terzo tiro (4c), lungo rocce articolate, ancora per 40 m:
Nella quarta lunghezza (5c), prima mi impegno a superare un tettino, poi proseguo a lungo su belle placche articolate, nuovamente per 40 m:
Paolino mi raggiunge:
Segue un tiro facile ed appoggiato (3), quindi proseguiamo lungo le placche del Corno::

Una magnifica lunghezza (5b) mi conduce molto in alto, con una cavalcata divertentissima:
Il fido Paolino segue di lì a poco:
L'ultimo tiro (4b) della via ci permette di uscire a destra e raggiungere la grande cengia mediana:

Sopra di noi le splendide e celebri placche verticali su cui corre la via Campia, mentre noi saliamo slegati le rampe che ci porteranno verso la parte sinistra della grande cengia, verso lo Spigolo Inferiore:
Mentre percorriamo la grande cengia la nostra attenzione è attratta dalla voce di Orazio Pellegrino che sta aprendo in solitaria una via, lamentandosi del freddo che in effetti sta sferzando anche noi:
Io poi sono in pantaloni corti...
Ma torniamo al nostro obiettivo: di fronte a noi ora c'è Punta Ghigo (m 2.831), mentre ci portiamo al di sotto della Forcella del Corno Stella:
Ci leghiamo, il primo tiro (III+) sale la fessura a zig-zag nel diedro per circa 25 m, fino a raggiungere la Forcella:
Paolino attacca, fino a sostare su spuntoni dopo un totale di 40 m:
Lo raggiungo, il freddo alle mani è intenso, siamo all'ombra, ma si prosegue:
Il rifugio, laggiù, lontanissimo:
Passo avanti io; Paolino propone di scendere, visto l'attacco del secondo tiro, vertiginoso e senza chiodi in vista dal basso, e data la temperatura bassa.
Mi incaponisco e dico di proseguire, tento di forzare il primo passo, effettivamente sprotetto, e salgo:
Attacco il filo di cresta e, dopo una quindicina di metri, mi sposto verso nord (5b), in piena esposizione, incontrando qualche chiodo e qualche spit.
Raggiungo la sosta su un terrazzino, con splendida vista sul Monte Matto (m 3.080):
Un riluttante Paolino mi raggiunge:
Dai Paulin, ormai siamo in ballo, avanti!
Va avanti lui, traversando in parete nord per poi tornare verso ovest; la parete da qui è impressionante, che ambiente!
Dopo alcune rocce rotte, sale belle placche lavorate (III), mentre faccio sicura stando al sole più che posso:
Supera un'ultima bella placca, breve, prima di uscire su una cengia comoda:
Sopra di me la quarta lunghezza (III+), con roccia compattissima:
Scalo il diedro di destra:
Esco sempre verso destra, è una lunghezza magnifica:
Approdo in sosta, in piena esposizione, superando un breve strapiombo con ottimi appigli, dove poco dopo mi raggiunge il socio.
Alle sue spalle, Punta Ghigo, giù in basso:
Paolino prosegue, superando magnifici risalti verticali:
Per poi portarsi nuovamente sullo spigolo, leggermente verso sinistra (IV):
Salgo a mia volta quest'altro bellissimo tiro:

Ultima lunghezza (IV): affronto le belle placche assolate (finalmente) che sormontano la sosta:
Poi supero una successione di risalti ed un diedro che mi porta diritto verso il plateau sommitale:

Mi raggiunge l'amico, alla fine contento anche lui di aver continuato: la via è bellissima!
Il lunghissimo plateau sommitale; Paolino è in cima per la prima volta, ma nonostante tutto concorda sul fatto di risparmiarci la scammellata fino alla croce di vetta (io ci sono già stato):
Vicino a noi abbiamo la linea di calata più gettonata, quella lungo la Campia.
Dopo uno spuntino ed una foto celebrativa insieme, iniziamo la discesa:

Tre calate vertiginose ci portano lisci lisci sulla grande cengia mediana, da cui raggiungiamo l'ultima discesa posta sulla destra della parete.
Più tardi siamo sulla pietraia e possiamo ammirare la celebre parete sud-est del Corno Stella (m 3.050);
Sulla sinistra il profilo elegante della via che abbiamo appena scalato:
La fantasia vola già verso nuove avventure su questa parete simbolo delle Alpi Marittime:
Per esempio, spostando lo sguardo tutto a destra fino alla parete ovest dell'Argentera (m 3.297), ecco l'evidente Sperone Campia, che prima o poi ho tutta l'intenzione di scalare:
Il tracciato della nostra combinazione di vie, oggi:
Un saluto al sempre simpaticissimo Marco, gestore del Bozano, e via verso il fondovalle!

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