domenica 21 ottobre 2012

ROCCA PAREY (m 1.600): Bonino-Rolando + La Promenade des Escargots + Michelin-Battù

Sabato 20 ottobre 2012

Io e Paolino l'Alpino

Oggi non vogliamo soffrire il freddo, così, per il compleanno dell'Alpino, andiamo a mettere il naso in un posto nuovo, a bassa quota: la Rocca Parey (m 1.600), in Val Sangone.
Partenza con calma, guido fino a Giaveno, poi saliamo verso gli impianti di risalita ormai dismessi; parcheggio vicino ad un gruppo di case, in corrispondenza di un tornante a destra, dove troviamo il cartello indicatore della Rocca Parey.
Si sta bene, non fa freddo e c'è il sole.
L'unica fretta ce la impone la partita che vogliamo vedere alle 18,00 a casa di Manu, ma ci basterà partire da qui alle 16,15.
L'avvicinamento è breve e plaisir, quasi a mezzacosta, fino a svoltare l'angolo per vedere la parete in tutta la sua impressionante dimensione, dopo circa 15 minuti:
Da qui in poi dobbiamo risalire la pietraia, ma è questione di 10 minuti.
Infatti ci portiamo sotto il Torrione Anna, bellissimo e di roccia che appare subito compatta; insomma, quella giusta:
L'attacco della via è evidente ed è segnalato da una targhetta, anche se staccata:
La via con cui approcciamo la parete è la Bonino-Rolando (5c   3L   100 m), anche detta Via Classica.
Sappiamo che la parete è stata richiodata molto recentemente, quindi attacchiamo con fiducia.
Ci leghiamo, la temperatura intanto è salita all'inverosimile, saranno quasi 20°C!
Così decido di salire in maglietta, come in estate.
Parto io, la prima lunghezza (5b) è subito molto molto divertente, su una roccia magnifica, come avevamo intuito dal basso:
La chiodatura è molto plaisir, salgo pensando solo a divertirmi, e ci riesco benissimo; muri, fessure e placche:
In sosta trovo due spit ciascuno con doppio anello da collegare, nuovissimi.
OK Paolino, tocca a te!
Il secondo tiro (5c) propone una serie di placche, quindi una scaglia permette di salire in dulfer un muretto e di ribaltarsi al di sopra di un breve tettino:
La terza lunghezza (4c) è più facile e si caratterizza per una lunga diagonale a sinistra, che mi porta praticamente sullo spigolo della struttura, evitando così i grandi tetti che ci sovrastano:
Quindi supero il tetto dove non pone problemi, uno strapiombo molto ben manigliato che mi fa uscire in cima al torrione:
Paolino mi segue:
E voilà, in poco tempo siamo già su una vetta! 
Le impressionanti placche verticali della parete di fronte:
Per proseguire sulla parete di fronte, ci caliamo in doppia con un ancoraggio che trovo poco a sinistra della sosta in cima al torrione:
Ci spostiamo poi di pochi metri lungo la base della parete ed andiamo a reperire l'attacco della via La Promenade des Escargots (5c   2L   60 m), anch'essa richiodata di recente a spit.
Il primo tiro, splendido, tocca a Paolino, una lunga placca a breve distanza dal diedro che disegna tutta la parete, sulla destra, e che ogni tanto offre qualche appiglio per la mano destra:
Poco dopo è il mio turno, salgo divertito la placca, la cui roccia perfetta garantisce un ottimo grip:
Ci alterniamo e vado avanti nel secondo tiro (5b), molto molto divertente, su roccia se possibile ancora migliore: 
Una sequenza di placche e mini-tettini, con sempre con chiodatura relax:
Sopra di noi, la Via dello Spigolo, molto bella ed invitante, ma oggi per vari motivi, anche di tempo, non credo andremo fin lassù:
Paolino mi segue:
E mi raggiunge in sosta:
Fatti due conti, decidiamo di calarci e di salire la vicina e parallela  via Michelin-Battù (6a   2L   60 m).
L'attacco della via è segnalato dal caratteristico colore azzurro delle vie di Michelin:
Praticamente attacchiamo dal punto in cui ci siamo calati dopo il primo torrione.
Salgo il primo tiro (5c), lungo una bella placca, solcata più in alto da una fessura e da una lama provvidenziale:
La chiodatura, come non mancherà di far notare a più riprese Paolino quando salirà da primo, non è più la super-plaisir delle vie precedenti, ma è in pieno stile Michelin: corretta, ma un po' essenziale.
In cima alla placca devo superare un tetto e mi ribalto al di sopra, dove attacco una seconda placca, più appoggiata.
Paolino sale a sua volta, mentre, alle sue spalle si vedono due ragazzi che si calano dal Torrione Anna; evidentemente non siamo più soli:
Paolino sale il secondo tiro (dato 5c, ma secondo noi c'è un passo di 6a), una placca molto liscia con il parziale ausilio dello spigolo a destra, seguita poi da un altro muro e infine da risalti più articolati:
Oggi vogliamo rientrare presto, quindi si scende e si torna all'auto, contenti di aver scoperto ancora una volta un posto nuovo (per noi... in realtà è uno dei baluardi storici dell'arrampicata torinese!), comodo, con roccia ottima: insomma, un posto in cui tornare!


 

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