sabato 23 marzo 2013

PLACCHE dello SCORPIONE (m 600): Via dello Scorpione Rosso + MONTE COUDREY (m 1.298): Dottor Jimmy Variante Luna

Sabato 23 marzo 2013

Io e Paolino l'Alpino

Dopo aver saltato lo scorso week-end, la voglia è a mille!
Nonostante previsioni meteo negative, sfrutto tutto l'ottimismo che mi è proprio e partiamo io e il fido Alpino alla volta della Vallée, sperando che la pioggia ritardi il più possibile.
Arriviamo a Verrès: non piove e probabilmente la roccia è asciutta.
Il nostro obiettivo è la Via dello Scorpione Rosso (6a   7L   200 m), alle Placche dello Scorpione (m 600).
L'avvicinamento dovrebbe essere piuttosto breve, come si richiede in una giornata in cui minaccia pioggia.
Parcheggiamo poco distante dalla centrale elettrica e partiamo, dopo aver addentato il solito panino.
Una decina di minuti dopo, eccoci sotto la parete.
Ci leghiamo e salgo io il primo tiro (4c), molto breve, quasi un singolo passaggio, cui segue però una rampa verso sinistra ed un traverso che farebbe tirare troppo le corde, per cui mi fermo alla sosta:
Paolino sbuca sulla rampa:
Il secondo tiro (6a) è subito quello tosto: benché siamo ancora decisamente freddi, ci tocca soffrire.
Paolino sale i primi metri, dove la roccia è piuttosto liscia e non molto rugosa, e in qualche modo riesce a raggiungere l'aerea sosta appesa:
Ok tocca a me, che intanto mi sono mezzo intirizzito, dato che la mia attesa in sosta è stata di... 1 ora!!!
Parto ed arranco pure io, anche perchè la prima parte del tiro presenta roccia veramente liscia, che non ispira molta fiducia nel piede... Più in alto le cose migliorano e mi diverto un sacco:

Raggiungo Paolino in sosta, appesi sotto un bello strapiombo: lo studio un attimo, poi attacco il terzo tiro (5c), bellissimo:
La roccia mi piace molto, la partenza è delicata, ma poco sopra trovo le prese giuste, traverso leggermente a sinistra, poi su diritto, quindi verso destra, con uscita in diagonale ancora a destra, fino alla comoda sosta:


Paolino dietro di me:
Il quarto tiro non presenta difficoltà (3c) e ci permette di trasferirci alla base della lunga placconata finale:
Attacco la quinta lunghezza (4b), su placche molto rugose e scure:
Paolino mi segue:

Ci alterniamo, sesto tiro (4c), ancora su muri e placche:
Chiudo le danze salendo la settima lunghezza (5a), molto divertente, su roccia sempre migliore, man mano che saliamo:


Sulla cima si alza un venticello che pare foriero di pioggia, ma così non sarà; possiamo iniziare le calate in doppia:
Io non sono ancora sazio, così propongo di andare a scalare un'altra via, essendo solo mezzogiorno.
La scelta cade sul vicino Monte Coudrey (m 1.298), dove abbiamo già salito diverse vie in passato.
E' rimasta da fare Dottor Jimmy Variante Luna (6a   13L   400 m), variante più difficile della classica Dottor Jimmy.
In breve raggiungiamo l'attacco, con tempo molto minaccioso, ma senza pioggia:
Ci prepariamo in fretta e furia, anche perchè si son fatte le 14,30 e viene buio presto, se non pioverà prima...
Non ricordo se le soste sono attrezzate per calata, nel dubbio porto un po' di cordini e fettucce in più.
Paolino attacca il primo tiro (4a), in fretta:
Ok, la prima sosta è attrezzata con catena; proseguo rapido lungo il secondo tiro (3c), che mi conduce alla biforcazione, inizio della variante:
Anche questa sosta ha la catena. Paolino prosegue lungo il terzo tiro (6a), prima lungo uno spigoletto, poi superando un muretto breve ma intenso, che però a mio avviso non arriva al 6a:
Proseguo per la quarta lunghezza (5a), in aderenza e superando un pilastrino seguito da facile placca:
Il quinto tiro (5c) è splendido, il più bello di tutti: tocca a Paolino, che sale prima la facile placca, poi si sposta a destra a reperire la base di un muro verticale di roccia magnificamente scolpita, di colore rossiccio:
Bellissimi movimenti, spettacolare serie di passaggi prima diritto in verticale, poi in leggero traverso a destra, quindi l'uscita dritta in cengia:
Il vento acquista ulteriore vigore mentre attacco il sesto tiro (5c), caratterizzato da una partenza bella ostica e delicata, cui seguono bei movimenti in placca:
Mentre recupero Paolino, studio il proseguo della via, che qui si raccorda con l'originale: la variante è finita.
Paolino riparte ed attacca il passo boulder che inaugura la settima lunghezza (5c), ma proprio in quel momento inizia a piovere...
Un attimo di studio, poi la decisione è presto presa: si scende, tanto da qui in avanti la via non ci riserverebbe nulla di nuovo, avendola già percorsa due volte; per di più piove ed è tardi.
In breve ci caliamo, la pioggia seria ci risparmierà e torneremo quasi asciutti. Ma per oggi ci siamo "sfamati", avendo scalato oltre 400 m di roccia!

domenica 10 marzo 2013

MONTE BRACCO (m 1.100): Think Pink + Il Pensionato Volante

Domenica 10 marzo 2013

Io e PsicoPaolo

Strappo un'altra fuga domenicale e stavolta il compagno è il mitico PsicoPaolo.
Passo a raccattarlo a casa, non abbiamo molto tempo, per cui la scelta della meta è obbligata: Monte Bracco (m 1.100), dove, nonostante la perplessità di alcuni nostri compari di scalata abituali, troviamo le vie completamente asciutte ed un sole caldo e magnifico.
Già al parcheggio, dove arriviamo per primi verso le 9,00, gli occhi si riempono della visione grandiosa del Monviso (m 3.841) in veste invernale: 
Ci prepariamo, mangiando un panino come al solito, e via lungo il sentiero classico, fino allo Sperone Centrale, dove saliremo la via Think Pink (5c   4L   100 m):
Parte Paolo, il primo tiro (4a) non pone problemi:
La seconda lunghezza (5c) si fa decisamente interessante, specie se affrontata ancora un po' a freddo...
Risalgo ancora per qualche metro la placca appoggiata, poi attacco il muro verticale alla mia sinistra.
A tratti la parete strapiomba un pochino, ma le prese sono buone e soprattutto la chiodatura è molto sicura:
Poco dopo sbuco in cima al risalto, seguito dal compagno:

Il terzo tiro (3c) rende in effetti la via decisamente discontinua, ma oggi a noi sta bene così: io ho (sempre) voglia di scalare da primo, così come Paolo, che non essendo più allenato può mettersi alla prova su terreno privo di difficoltà eccessive:
Il quarto tiro (5c) è magnifico, il mio terreno preferito: la placca in aderenza su gneiss perfetto:
Il tiro mi riserva un simpatico tetto in uscita; Paolo in uscita:
Sua maestà il Monviso (m 3.841) vigila da vicino su di noi:
Anche se ho poco tempo, ci sta ancora una viuzza veloce, così ci spostiamo a destra di un paio di settori ed attacchiamo la via Il Pensionato Volante (5b  3L   80 m), aperta dall'inossidabile Giacottino:
Il primo tiro (5b) è molto delicato, prevede una partenza in leggero strapiombo con poche prese in uscita...
Il 5b è un po' stretto, secondo me; salgo, traverso leggermente a sinistra e, qualche metro più in alto, mi ribalto sul pilastrino a sinistra, percorrendo poi le facili placche che mi conducono in sosta:
La roccia è ottima; Paolino mi raggiunge e prosegue per il secondo tiro (4c), in placca articolata:
La roccia che ci circonda qui è veramente magnifica e pittoresca:
E' tardi, dovrei calarmi e rientrare veloce per rispettare le consegne...
Ma un po' la voglia di chiudere la via, un po' la qualità della roccia che stiamo incontrando mi impongono di accelerare, ma di proseguire per l'ultimo tiro (5a), in strapiombo su ottime prese (anche se un po' bagnate), poi in traverso e quindi su dritto verso un'uscita entusiasmante:
Paolo mi segue:

Mentre Paolo mi raggiunge in cima la risalto, ho già attrezzato la prima calata e sono già pronto a scendere, non prima di un simpatico autoscatto di vetta:
Giù in doppia:
Alla base della parete, voliamo letteralmente lungo il sentiero e via a casa, in ritardo come sempre, ma soddisfatto e divertito!

sabato 2 marzo 2013

ROCCA BARALE (m 800): Paperetta Ye Ye + Trilly

Sabato 2 marzo 2013

Io e Paolino l'Alpino

Anche oggi ne abbiamo fatte di tutti i colori.
Alle 8,45 siamo a Cantalupa a sbinocolare le pareti alte dei Tre Denti di Cumiana (m 1.300), per valutare la situazione neve e le colate d'acqua sulla roccia.
La situazione non è rosea, tutt'altro... riusciamo a vedere ben poco a causa delle nuvole e delle nebbie che avvolgono le cime.
Ma si sa, quando la voglia è troppa e l'ottimismo impera, non si giudica con sufficiente obiettività: ok, si va a dare un'occhiata da vicino!
Partiamo, io ancora una volta con i soli scarponcini bassi: ovviamente meno di mezz'ora dopo siamo già nella neve, ci incasiniamo col sentiero, camminiamo veramente male, ma alla fine ci imbattiamo nella via Brik, dove siamo stati tempo addietro:
Provo a buttarla lì al socio: dai, ormai siamo qua, la parete qui è asciutta, se salissimo questa???
Mi risponde picche...
Ma io non demordo: pochi metri sulla destra, ecco attaccare una via nuova nuova, con spit fiammanti, anche se non semplicissima:
La roccia è bellissima, gli spit ravvicinati e rassicuranti; certo, non sappiamo che via sia e non abbiamo relazione, ma io rinnovo l'invito: saliamo questa? Esploriamo?
Ancora picche... In realtà sono quasi sicuro si tratti di Super-Brik (6a+   12L   315 m), una via nuova molto ben chiodata, quindi senza rischi di incrodamento...
Tant'è: si torna giù, tribolando ed ora con una fretta enorme, legata al timore di sprecare la bella giornata a disposizione.
Per paura della neve, optiamo per la parete a quota più bassa possibile e la scelta cade sulla Rocca Barale (m 800), dove arriviamo verso le 13,00 per attaccare la via Paperetta Ye Ye (6b   6L   180 m); anche qui l'umidità non manca di certo, ma la via sembra ok.
Attacco lesto il primo tiro (3c), su placca abbattuta:
Paolino va avanti nel secondo facile tiro (3c), fino a portarsi alla base della parete verticale vera e propria:
Certo, si vede subito che qui le cose si fanno serie: la parete è a tratti strapiombante e la fila di spit non percorre certo le linee di debolezza:
Attacco la terza lunghezza (6a+), non prima che Paolino abbia espletato un improvviso bisogno fisiologico...
E' subito dura lotta, sulle placche iniziali estremamente lisce:
e poi sugli strapiombi che seguono, dove ricorro a puntuale opera di mungitura:
Dopo l'aspra battaglia, tocca a Paolino imitarmi in tutto e per tutto:



Quando ho scelto questa via credevo che presentasse solo un paio di passaggi duri, azzerabili, invece ci accorgiamo ora che la via è bella continua.
La quarta lunghezza (6b) tocca a Paolino: un fantastico muro verticale solcato da una provvidenziale fessura conduce al pronunciato tetto finale, quello sì troppo duro per la libera:

Salgo il muro, divertendomi un sacco:

Il tetto sarà troppo duro anche per me, in libera...
Quinta lunghezza (6a), molto bella: partenza delicata di aderenza, poi un altro tettino:
Sopra il tetto, un traversino a destra e su diritto in aderenza, fino alla dulferina finale:

Paolino mi raggiunge in sosta:
L'uscita della via (3c) è facile e Paolino in pochi istanti è in cima:
Ci caliamo in doppia, ma io non ne ho ancora abbastanza, anzi!
Salendo ho notato la bellezza delle placche che conducono in vetta al centro della parete, così ci caliamo fino alla penultima sosta di Trilly, di cui saliremo gli ultimi due tiri (5c):
 
Salgo il primo, lungo uno spettacolare gneiss rosso con grip ottimo:
Paolino sale l'ultima lunghezza (5c), quasi alle ultime luci del giorno:


Autoscatto in cima, prima delle calate:
Il panorama:
Giù di corsa in doppia, poi a casa: alla fine abbiamo strappato una giornata divertente, anche oggi!