sabato 13 aprile 2013

CARRA SAETTIVA (m 1.649): L'Unione delle Forze + Giochi di Primavera + ?

Sabato 13 aprile 2013

Io e Paolino l'Alpino

Finalmente è scoppiata la primavera!
E noi festeggiamo andando a scalare... Giochi di Primavera (6a   8L   200 m) alla Carra Saettiva (m 1.649).
Troviamo il parcheggio in cui eravamo stati la vigilia di Natale e saliamo verso le pareti, che raggiungiamo in mezz'ora, senza trovare il sentiero con ometti e bolli rossi di cui parla la relazione...
Ci portiamo sotto la parete, con in mano descrizioni piuttosto contrastanti tra loro per la verità, ma ad un certo punto siamo convinti di aver trovato l'attacco della via, trovando una fila di spit che salgono al di sopra di una targa bianca, come da relazione.
In realtà non è la via giusta...
Continuo a domandarmi quale sia il motivo per cui non si scrive il nome della via all'attacco, specialmente in zone in cui evidentemente si trovano a transitare praticamente solo coloro che cercano le vie...
Ad ogni modo ci leghiamo e parto io, lungo il primo tiro della via che scopriremo poi essere L'Unione delle Forze (6a   2L   50 m):
Per chi legge e cercasse l'attacco di Giochi di Primavera: proseguire sul sentiero che costeggia le pareti, oltre la targa commemorativa in marmo bianco, superare un tornante verso destra e risalire per una cinquantina di metri, fino alla scritta rossa su fondo bianco del nome della via.
Salgo il primo tiro su roccia ottima, prima in placca, poi un muro, quindi ancora placca ed un traverso con ribaltamento sul pilastrino di destra, fino all'aereo terrazzino di sosta:
Paolino sale a sua volta:
Ci alterniamo al comando, come al solito: il secondo tiro presenta un passo iniziale di 6a, protetto da due chiodi infissi in due buchi:
L'uscita in cengia è più semplice, solo disturbata da erba e colate d'acqua.
Ora percorriamo la cengia verso sinistra (faccia a monte) e ci imbattiamo nella prima sosta della via Giochi di Primavera, quella che cercavamo...
La reperiamo quindi dal secondo tiro (6a), che tocca a me:
Prima una placca verticale piuttosto delicata, poi un traverso a destra decisamente aleatorio (che addomestichiamo un po'...), fino a reperire un diedro con grandi scaglie:
Esco in fuori dallo strapiombo, tenendo buone prese, e risalgo le placche che seguono, fino in cengia: magnifico!
Paolino in uscita dai tetti:
Va avanti nel terzo tiro (5a), molto divertente, prima in placca con tacche orizzontali:
Poi con un ribaltamento sulla destra, leggermente atletico ma non difficile:
Non pago, incredibilmente non vede la sosta (ce ne sono addirittura due vicine, con evidenti catene! :-) ) e prosegue lungo il quarto tiro (4c), lungo bei muri lavorati:
La giornata è splendida, il sole è caldo, anche se si alza un venticello a tratti ancora fresco.
Quinta lunghezza (5b): facile fino alla base di uno sperone:
Passo delicato per salire in placca, poi in leggero traverso a sinistra:
Roccia magnifica, grip ai massimi livelli:
Un passaggio da interpretare, poi l'uscita a sinistra sul pilastrino, che seguo fino alla comoda sosta in cima al risalto.
Paolino segue:
La relazione parla ora di un tiro di 4+ che precede quello del grande diedro inclinato che ora ci sovrasta...
Forse si tratta della salita della paretina sulla destra, che però ci sembra fuori via...
Tant'è: Paolino attraversa il canalone, poi sale un muretto sprotetto (ok, ora abbiamo capito che si saliva a destra...), quindi attacca la placca che conduce al grande diedro del penultimo tiro (5c/6a):
Entra in sala parto e dà il meglio di sè (dal punto di vista vocale...):
Ok, tocca a me: la placca è molto bella, nonostante sia bella verticale permette alcuni appoggi provvidenziali:
Mi spalmo:
Studio l'uscita molto strapiombante:
La affronto deciso:
Siamo all'ultima lunghezza (4c), una bella serie di placche e muri articolati, che salgo declamando entusiasta la qualità della roccia:
In pochi minuti sono alla sosta in vetta:
Poco dopo siamo riuniti sulla piatta sommità, per la canonica foto di vetta:
Una telefonata a casa: tutto ok, l'erede pare non voglia ancora nascere...
OK, allora si scala un altro po'!
Scendiamo, senza trovare il sentiero ovviamente, e dopo una bella mezzora scopriamo finalmente dove avrebbe attaccato la via che cercavamo in prima battuta...
Continuiamo a scendere, reperiamo il sentiero che passa sotto le pareti e lo seguiamo verso ovest, fino ad imbatterci in una via totalmente sconosciuta, che comunque ci ispira: attacchiamola!
Paolino sale il primo tiro (un passaggio 5c), prima facile in placca, poi con l'ormai immancabile breve strapiombo, quindi in cengia:
Salgo il secondo tiro, mentre ormai entrambi lamentiamo dolore ai piedi...
Il tiro presenta una partenza un po' delicata in placca, poi in breve esco in cima al risalto:
Paolino mi segue, impegnato sul muro finale:


Un panino, una bevuta, poi via, anche per oggi purtroppo il divertimento è finito...
Alle prossime avventure!

sabato 6 aprile 2013

PLACCHE GIACOTTINO (m 1.000)

Sabato 6 aprile 2013

Io e Paolino l'Alpino

Ancora maltempo...
Incredibile... mi par di essere sempre qui a scrivere la stessa frase...
Neanche stavolta ci diamo per vinti, così partiamo ugualmente, alle 7,00.
La meta è la zona del Monte Bracco (m 1.100), ma abbiamo già un piano B, in caso di maltempo ripiegheremo su una libreria in Val Varaita.
Quando ci avviciniamo alla meta, però, inizia a piovigginare e l'asfalto è bagnato: pare ci siano nuvole cariche di umidità addossate alle pareti.
Ripieghiamo allora su una perlustrazione delle falesie di Lungaserra, non distanti, dove scopriamo un modo di pareti molto invitanti appena chiodate; veramente sorprendenti e molto ben pulite, ad opera dei soliti noti, che non mi stancherò mai di ringraziare.
Bella e stupefacente scoperta, non avrei mai immaginato che vi fossero così tante vie chiodate.
Abbiamo con noi l'attrezzatura e le corde, ma le pareti sono totalmente fradice e scolanti acqua, per cui di arrampicare non se ne parla, nonostante non stia piovendo.
Quando torniamo all'auto sono le 11,30.
Il cielo pare aprirsi: il mio inguaribile ottimismo mi impone un secondo tentativo al Bracco.
Quando giungiamo a Sanfront via Paesana, però, ecco che ci risiamo: il cielo si chiude e ricomincia a piovigginare...
Verso l'alta valle, però, pare più chiaro: ok, saliamo alle Placche Giacottino (m 1.000), per quel che ci costa...
La falesia è letteralmente attaccata alla strada, quindi vale la pena provare.
Poco dopo siamo lì e... non piove e la roccia pare asciutta!
Proprio mentre disfiamo le corde però... inizia a gocciolare...
Basta, questo è troppo, io me ne frego: Paolino, fammi sicura, che salgo ugualmente!
Visto l'ambiente un pochino umido, evitiamo i tiri troppo impegnativi e siamo già più che contenti di poter scalare: attacco il primo tiro, Snoopy (5b):

Visto che il meteo tiene, proseguiamo e ci spostiamo nel settore di sinistra, la parete più bella.
Salgo Peter Pan (5a), nonostante la partenza bagnata:

La roccia è magnifica, la chiodatura nuova e perfetta, a fittoni:


Dopo di me, è la volta di Paolino:
Alzo un po' il tiro, divertendomi un mondo:






La via Trufaldina (5b) mi fa capire il motivo del suo nome: tre prese scavate in uscita...










Chiudo il discorso con Gentiluomini (5b), mentre ricomincia a piovere:



Riesco comunque a concluderla, poi torniamo all'auto, dove Paolino dà prova di Alzheimer galoppante: non trovando la macchina fotografica, mette tutto sottosopra, quindi risale alle pareti a cercarla e torna pochi minuti dopo con... la sua corda in mano!
Non trova la macchina fotografica, ma grazie a questo evita di perdere la corda...
Mentre continua ad agitarsi per la perdita, mi accorgo che sul tettuccio della macchina ci sono la sua guida del Bracco e la macchina fotografica, che avrebbe perso per strada se fosse ripartito...
Vabbè, si torna a casa, evitando ogni commento superfluo, ma contento di aver salito 5 tiri in una giornata che sembrava promettere veramente male.