sabato 29 giugno 2013

PUNTA UDINE (m 3022): Cresta Est

Sabato 29 giugno 2013

Io e Simone

Stupenda giornata in alta montagna, tra le pareti amiche del Monviso e in ottima compagnia.
Domani "mi tocca" andare al mare, ma oggi finalmente si torna ad arrampicare oltre i Tremila metri, anche per quest'anno!
Proprio quando temevo di dovermi organizzare una scalata solitaria, ecco che ci troviamo ad essere addirittura in quattro: io, l'Alpino (anche se non può arrampicare), Simone e Livio.
La meta è gradita a tutti, il Rifugio Giacoletti (m 2.741), da cui io e Simone partiremo per scalare la Punta Udine (m 3.027) lungo la bellissima Cresta Est (4c   AD   12L   300 m).
Per la verità ho già salito questa via circa sette anni fa, ma ne conservo un ottimo ricordo e voglio ripeterla.
Partiamo alle 5,30 e parcheggiamo al Pian del Re (m 2.020) poco dopo le 7,00.
Ci avviamo lungo il sentiero, con una vista spettacolare sul Monviso (m 3.841) e sul prospiciente Visolotto (m 3.348):
Dopo il superamento della cascata attrezzata con corda fissa, raggiungiamo una balconata che ci impone una splendida foto:
Punta Gastaldi (m 3.214) e la sua bella Cresta Nord, scalata qualche anno fa con Carlo:
Punta Roma (m 3.070), slanciata e bellissima:
Il Monviso, parzialmente nascosto dal Visolotto ed incorniciato da una nube che sembra un'aureola:
Dopo 1h 30' di cammino, eccoci in vista del rifugio e della nostra Cresta Est, in perfette condizioni e sotto un sole splendido:
Alle mie spalle, Livio chiude la comitiva; ora siamo su neve, che ricopre ancora ogni cosa al di sopra dei 2.600 m; alle sue spalle, il Viso Mozzo (m 3.019):
La vista sul Viso merita un autoscatto:
Il Rifugio Giacoletti (m 2.741), sormontato dalla prima parte della cresta:
I nostri eroi:
Incredibilmente, il rifugio è ancora sommerso dalla neve:
Mai visto tanta neve, qui... visto che di solito ci vengo in piena estate...
Comunque, l'importante è che la via sia pulita ed asciutta, anche se tira un venticello piuttosto fresco.
Paolino e Livio prendono posto sulle panche fuori dal rifugio, mentre io e Simone ci avviamo verso l'attacco della via, al di sopra del rifugio:
Ci leghiamo e parto io davanti: il primo tiro (4b) presenta un diedro via via più verticale, che diventa una sorta di camino, da cui si esce a destra:
La foto di Paolino ci ritrae da lontano impegnati sul primo tiro:
Simone mi raggiunge:
La seconda lunghezza (3c) propone un'uscita sulla destra da sotto lo strapiombo di sosta, per salire poi un facile canalino con rampe rocciose ed alcuni risalti, fin sotto ad una paretina verticale:
Simone sale a sua volta, con il rifugio sotto di noi, sommerso dalla neve:
Il terzo tiro (4c) è molto divertente: salgo la paretina verticale che sovrasta la sosta, grazie alla marcata fessura che la incide, quindi traverso a sinistra:



Dopo un facile spostamento a sinistra, salgo direttamente la parete verticale che segue, grazie alle ottime tacche nette:

Poco prima di averne raggiunta la sommità, traverso a sinistra, tenendo il filo di cresta con le mani, fino alla sosta ubicata alla forcella.
Simone sale a sua volta, eccolo al traverso finale:
I nostri amici intanto sono saliti sulla piccola cima di fronte e ci scattano qualche foto:
La quarta lunghezza (4c) è quella che presenta il passaggio più ostico, nel vero senso della parola: mi sposto sulla destra a reperire una fessura-camino, leggermente strapiombante, ma ben appigliata:

Ne esco verso sinistra, in un angusto spazio tra la placca che salgo e la parete alle mie spalle, o meglio sopra la mia testa: insomma, una strettoia in cui faccio fatica a strisciare con lo zaino in spalla...
L'uscita è poi comoda, poco al di sopra di una cengia; sopra di noi ora un lungo tratto di cresta più semplice:
Cambio in testa alla cordata, Simone si lancia da primo.
Accoppia quinta (3b) e sesta (3a) lunghezza, una lunga cavalcata vicino al filo di cresta, divertente:

Resta davanti anche per il settimo tiro (3a), sempre sul filo, con il superamento di un risalto, prima di raggiungere il canalino erboso (L8) che condurrà alla Traversata degli Angeli:
Eccoci alla base dello sperone dove prosegue la via.
Purtroppo il meteo sta cambiando, nuvole sempre più scure coprono il sole.
Torno avanti, supero di slancio lo sperone che apre il nono tiro (4a), poi scalo una bella placca lavorata, in diagonale verso destra, fino a raggiungere nuovamente il filo di cresta; la sosta è pochi metri alla mia sinistra, in alto lungo lo spigolo:
Mentre assicuro Simone, inizia una nevicata a tratti piuttosto fitta!
Addirittura... siamo praticamente a luglio, ma è così: sta nevicando...
Ok, vediamo di accelerare le operazioni, allora.
Riparto per scalare la decima, splendida lunghezza (4c): prima lungo il filo dell'aerea cresta:
Poi lungo la parete seguente, prima lungo una fessura marcata:
quindi sempre in diagonale verso sinistra, con passaggi molto divertenti:
Simone lascia la sosta, a perpendicolo sul tetto del rifugio:
Quindi si impegna nella bella arrampicata del tratto che ci divide:
Alle mie spalle, la Cresta Roma e le vette ormai inghiottite dalle nuvole:
Inizio a studiare l'undicesimo tiro (3b), mentre ormai sento aria di vetta e la nevicata sta già finendo, anche se ormai non fa più paura:
Simone sulla parte verticale del tiro, sempre a piombo sul tetto del rifugio dove Livio e Paolino si stanno trastullando al calduccio:
Mai vista tanta neve in giro, quasi a luglio: il Viso Mozzo (m 3.019) ed il sentiero verso il Rifugio Quintino Sella (m 2.640), anche se lo sguardo è sempre rapito dal colore irreale del Lago Chiaretto:

Attacco il dodicesimo ed ultimo tiro (4b), una divertente e lunga cavalcata in cresta, fino in cima:

Simone fa capolino laggiù:
Gli ultimi metri della via:
La croce sommitale:
Sono le 13,30.
Autoscatto di vetta, nonostante il vento freddo e le nuvole:
Viste le condizioni non proprio estive, la nostra permanenza in cima è molto limitata, così imbocchiamo presto la via di discesa lungo la via Normale ed i tratti attrezzati del Coulour del Porco, che si presenta sgombro da neve:
Tornati al rifugio in circa 50', ritroviamo i nostri amici seduti in poltrona accanto alla stufa, beatamente riposati.
Usciamo fuori, dove i ragazzi del rifugio hanno costruito uno splendido pupazzo di neve fuori stagione; un simpatico signore inglese ci scatta una foto:
Un ultimo sguardo alla nostra via salita, poi si torna giù:
Lungo il sentiero beccheremo anche un po' di pioggia, ma un'altra splendida giornata in montagna va in archivio.