domenica 14 luglio 2013

PUNTA UDINE (m 3.022): Risiko

Domenica 14 luglio 2013

Io e Manu

Altra bellissima giornata in zona Giacoletti.
Stavolta siamo io e Manu, che, nonostante i festeggiamenti per il battesimo del mio bambino protratti fino a tarda sera, troviamo la forza per puntare la sveglia alle 4,30 e siamo pronti a partire alle 5,00.
La destinazione è ancora una volta Punta Udine (m 3.022), che stavolta scaleremo per la via Risiko (6a   TD-   13L   380 m).
Le premesse non paiono delle migliori, dal momento che tutto il viaggio in auto è accompagnato da un forte temporale notturno, che tra l'altro ci regala la scarica di adrenalina di una sbandata in acquaplaning, fortunatamente senza conseguenze...
In ogni modo, prima delle 7,00 parcheggiamo al Pian del Re (m 2.020), mentre ancora scende qualche goccia di pioggia e non mancano le nuvole.
Avanti con fiducia: saliamo al rifugio in 1h 40', con Manu che fatica un po' causa scarso allenamento.
Al Giacoletti ci facciamo una tazza di thè: anche qui nuvole e qualche cordata che se ne sta al rifugio "ad aspettare che le vie asciughino".
Asciughino?
Evidentemente non sono degli habitués al Viso, visto che qui la nebbia è normale e la roccia non è affatto bagnata, come ho già saggiato salendo il sentiero...
Meglio così: mentre tutti aspettano, noi partiamo per primi ed in pochi istanti siamo all'attacco della via:
Sono le 9,15, non c'è il sole ma la temperatura è ottima, zero vento; la parete è decisamente invitante.
Ci leghiamo, attacco io il primo tiro (5c), subito bello verticale:
Dato l'allenamento tutt'altro che esagerato, quest'anno, mi braso abbastanza le braccia già da subito, a freddo, ma eccomi in sosta, da cui recupero il socio:
Bei passaggi, roccia ottima, placche a reglettes e lame orizzontali, con qualche passo di aderenza:

Manu in uscita da L1:
Il secondo tiro (5b) promette bene, il muro alla destra della sosta è molto divertente, poi però la via gira a sinistra, a reperire un diedro un po' erboso e per me antipatico, fino alla comoda sosta da collegare:
La terza lunghezza (5b), invece, non pare particolarmente entusiasmante, vista dalla sosta di partenza: salgo i primi risalti e scopro invece che diventa bellissima: mi porto sul filo dello spigolo, lo salgo in verticale, quindi esco in esposizione e in aderenza verso destra, fino alla comoda sosta su un aereo terrazzino:
Manu in uscita:

Va avanti per scalare il quarto tiro (6a), un diedro-camino che si annuncia particolarmente impegnativo dal punto di vista atletico:
In effetti così sarà:
Salgo a mia volta, facendo una gran fatica e tirando alla fine un rinvio, in uscita.
La quinta lunghezza (5b) mi riporta su un terreno più congeniale: una bellissima placca a tacchette, con un breve diedro in uscita:
Manu sale a sua volta:

A questo punto, relazione alla mano, ci aspetta una serie di lunghezze più facili: decidiamo di accoppiare L6 (4b) ed L7 (4a), con Manu che sale saltando qualche spit per evitare fastidiosi tiraggi delle corde; in tal modo, cerchiamo di staccarci dalle due cordate che ci seguono lungo la via, anche se sono ad un tiro di distanza:
La via non si banalizza nemmeno nei tratti più facili, rimane sempre piacevole.
Allo stesso modo, torno avanti io per salire insieme L8 (4a) ed L9 (3a):
L9 è in comune con la Cresta Est che ho salito pochi giorni fa; anche qui rinvio solo un paio di spit, in modo da evitare che le corde tirino troppo:
Incrociamo due ragazzi genovesi che stanno salendo la Est, a cui do qualche dritta su quella e su altre vie che hanno in programma, poi noi proseguiamo con la corda a spalla lungo la rampa facile che conduce alla Traversata degli Angeli (L10 e L11), fino a reperire l'attacco degli ultimi quattro tiri in comune con la via Visto per il Perù (6a   TD-   12L   380 m).
Il dodicesimo tiro (6a) è semplicemente magnifico!
Prima una facile placca conduce ad un primo strapiombo, da superare in opposizione:
Segue un'incredibile serie di muri, placche, brevi strapiombi e ancora placche, in una sequenza straordinariamente omogenea, continua, esaltante, su roccia spettacolare.
Il tiro è lungo e quando arrivo in sosta sono piuttosto stremato, mentre mi accingo ad assicurare Manu:




Concordiamo nelle lodi ai chiodatori; ma è tempo di proseguire, mentre ormai abbiamo seminato le cordate che ci seguivano...
Manu sale il tredicesimo tiro (4c), lungo un diedro aperto, con uscita a destra in placca:
A questo punto sento aria di vetta: unisco L14 (5b) ed L15 (4b), inventandomi un'uscita diretta causa smarrimento degli ultimi spit...
Ancora una serie di passaggi decisamente divertenti:
Manu sale gli ultimi metri, che lo conducono sulla cresta sommitale, a pochi passi dalla croce di vetta:
Appena a sinistra, l'ultima parte della Cresta Est ed il rifugio alla sua base:
La croce di vetta, che raggiungo per l'ennesima volta, lungo l'ennesima via diversa:
Sono le 13,15.
Dopo la pausa ristoratrice in vetta, in cui sono in maniche corte, incredibilmente, scendiamo lungo il Coulour del Porco, senza problemi.
Ripassiamo dal rifugio, poi ripartiamo, volgendo un ultimo sguardo alla parete appena scalata, anche se la classica nebbia del Viso nasconde la parte alta:
La via salita, molto bella e consigliabile:


Scendendo, finalmente il Re di Pietra decide di farsi vedere:
Ora possiamo proprio tornare a casa, abbiamo fatto tutto.
Poco dopo le 16 siamo già all'auto e da qui a casa, già sognando le prossime avventure alpinistiche!

Nessun commento: