martedì 31 dicembre 2013

SCALATE 2013

Martedì 31 dicembre 2013

Io e la Cordata Varicocele



sabato 14 dicembre 2013

DENTE CENTRALE di CUMIANA (m 1.361): Diagonale Ovest

Sabato 14 dicembre 2013
Io e Paolino l'Alpino

Da tempo vogliamo tornare ai Denti di Cumiana.
L'occasione è quella giusta: io sono libero, il meteo è ok e non c'è neve.
Non solo: hanno pure appena aperto una via nuova nuova sul Dente Centrale (m 1.361): Diagonale Ovest (5c   11L   325 m), finita di chiodare il 6 novembre 2013.
Andiamo a dare un'occhiata: partiamo poco dopo le 7,00 e, quando posteggiamo a Cantalupa, la vista sui Tre Denti è fantastica:
Imbocchiamo il sentiero, la strada forestale che seguiamo fino a poco oltre quota 1.000 m; dopo l'ultimo tornante verso sinistra, prima che la pista diventi pianeggiante, svoltiamo a destra (cartello Tre Denti); poco dopo, seguendo la traccia, ci imbattiamo in questa suggestiva segnaletica:
Pochi minuti dopo lasciamo il sentiero, presso un pino mozzato con cartello indicatore, e seguiamo i bolli di vernice arancione, che ci conducono in pochi minuti all'attacco della via, dove purtroppo 3 persone stanno per attaccare a loro volta la via...
L'avvicinamento ha richiesto 1 ora; sono le 10,00.
Fortunatamente i ragazzi che incontriamo sono sia molto simpatici, sia molto gentili: visto che noi siamo in due e che loro non si definiscono molto feroci, ci lasceranno senz'altro passare avanti, appena possibile.
Appena loro sono saliti, ci leghiamo e attacco il primo tiro (5a): placca iniziale, breve risalto da superare, poi facilmente fino a pochi metri dalla (affollata) sosta:
Qui si incontra un breve passettino da interpretare, poi eccomi ad assicurare il socio.
Paolino mi raggiunge, quindi parte dopo il primo di cordata dei nuovi amici (su loro gentile invito) e sale in placca in diagonale verso destra, quasi fino allo spigolo:
Alcune rocce un po' malsicure ed un risalto verticale da superare, poi eccolo in sosta, dove lo raggiungo.
A pochi passi dalla sosta, mi si rompe un appoggio sotto i piedi... La roccia non è sanissima dappertutto e certamente la via richiederà una serie di passaggi e ripetizioni prima di essere ben ripulita.
Prima che arrivino in sosta i due secondi della cordata amica, attacco il terzo tiro (5c), quello che si rivelerà di gran lunga il tiro-chiave della via.
Si parte con un traverso a sinistra su placca piuttosto liscia:
Mi sposto ancora a sinistra, poi finisco sotto ad un pronunciato strapiombo a forma di liscio bombé; il problema è che, a giudicare dalla chiodatura nuova a spit, mi tocca salire su diritto, superando il bombé, che non presenta buone prese nemmeno in uscita... Altro che 5c!
Qui sono presenti uno o due "scavetti", purtroppo; c'è da dire che la chiodatura è molto generosa, per cui si può azzerare il passo; infatti, è così che passiamo tutti... prima noi, poi gli amici che seguono.
Percorro poi una placca con passi delicati, un breve traverso a sinistra e la risalita del pilastrino, fino ad uscire sulla sua sommità, dove traverso a sinistra per raggiungere la comoda piazzola di sosta.
Paolino segue: eccolo sotto il bombé:
In placca, sul traverso:
Quarta lunghezza (5b, ma per noi è 5c): diritto lungo lo spigolo arrotondato del pilastrino a sinistra della sosta:

In uscita, una placca veramente liscia, da affrontare con attenzione (anche se chiodata sempre bene):
Il quinto tiro (5b) mi conduce in cima al primo torrione della serie di tre che affronteremo oggi:
Un muro quasi verticale solcato da una fessura molto ampia, che seguo fino a dove il terreno si abbatte, prima di propormi l'ultimo muretto, senza problemi:
Il trasferimento che segue è un po' più lungo di quanto lasci intendere la relazione... insomma, noi lo percorriamo con le scarpette, ma consiglio il cambio di calzature.
Ad ogni modo giungiamo alla base del torrione successivo: Paolino sale la sesta lunghezza (4b), piuttosto lunga, ma facile, in placca e rocce rotte:
Il settimo tiro (5c) è molto divertente: ormai abbiamo perso di vista i nostri amici, forse hanno addirittura abbandonato la salita dopo il primo torrione; salgo in verticale e supero una prima placca con un paio di passi in aderenza; quindi traverso a sinistra e mi porto sotto ad un diedro verticale:
Lo supero, nonostante il muschio ed un po' di terra disturbino un paio di passi, per uscire a destra su comoda cengia:
Ottavo tiro (5a): diritti per belle placche, quindi un breve strapiombo ben manigliato e l'uscita in cima al secondo torrione:
Alla nostra sinistra la parete finale:
Stavolta cambiamo le calzature e costeggiamo la parete scendendo fino al nuovo attacco della via, sempre ben segnalato da targhetta con nome scritto:
Salgo la nona lunghezza (5b), decisamente divertente: in placca, poi con una serie di dulferine mi innalzo lungo scaglie e lame, per poi superare ancora placche fino alla comoda sosta:
Paolino lungo le placche finali:
Decimo tiro (5c): lungo traverso a sinistra, in diagonale, zig-zagando tra il verglas che ricopre qualche placca, per portarsi alla base del risalto finale:
Il primo passo sul muro verticale non è semplice, al punto che, a causa delle scarpette bagnate, io preferirò azzerare; il tiro prosegue completamente verticale, con movimenti atletici e divertenti:
Eccoci finalmente alla sosta che dà inizio all'undicesimo ed ultimo tiro (5b), quello che ci condurrà in vetta:
Affronto la parete verticale, dapprima un po' sporca di terra, poi traverso verso sinistra e mi porto, in massima esposizione (ma chiodatura assolutamente plaisir), sotto l'ultimo risalto, che supero con un ultimo ribaltamento
Sono in vetta.
Mentre assicuro Paolino sotto di me:
posso vedere a pochi metri la madonnina di vetta, nel cielo azzurro:
Facciamo su le corde, poi in pochi istanti raggiungo la madonnina sommitale ed immortalo l'Alpino all'uscita della via, con il Monviso (m 3.841) sullo sfondo:
Eccomi in cima:
Autoscatto, con Monviso alle spalle:
Sguardo verso il Dente Orientale, già salito altre volte:
La celebrazione dell'arrampicatore vanesio...
Il vero protagonista, il Re di Pietra:
Si torna a casa, ormai è il tramonto.