domenica 25 maggio 2014

TORRE CARLA (m 1.100): La Tentazione è Forte

Domenica 25 maggio 2014
Io e Paolino l'Alpino

Oggi toccata e fuga domenicale, prima del battesimo cui siamo invitati entrambi oggi pomeriggio.
Partiamo alle 6,00, così alle 7,30 siamo già al parcheggio della Sbarua.
L'obiettivo è una via che abbiamo già menzionato diverse volte, ma che per un motivo o per l'altro non siamo mai riusciti a fare: in genere veniamo qui in inverno e questa via è esposta ad ovest, per cui un paio di volte abbiamo cambiato idea già durante l'avvicinamento; l'abbiamo attaccata oltre 4 anni fa, ma una fitta nevicata ci ha bloccati già al primo tiro.
Oggi abbiamo poco tempo e si sta bene anche all'ombra: ok, si va a scalare sul granito di La Tentazione è Forte (5c/6a   4L   110 m) alla Torre Carla (m 1.100), uno dei torrioni che popolano i dintorni della Rocca Sbarua (foto tratta da Gulliver):
Per giungere all'attacco si ravana abbastanza e ci vuole una bella ora, alla fin fine...
Ci prepariamo e ci leghiamo: il primo tiro (5c/6a) tocca a me ed attaccarlo così a freddo non è facilissimo...
Più che altro noto una cosa preoccupante: visto che il primo spit è un pochino alto, penso bene di infilare un friend nella lama a sinistra, dove entra perfettamente; soltanto che, quando provo a sollecitarlo con la mano, sento rumori sinistri e vedo addirittura l'intera scaglia muoversi di alcuni millimetri!
Ok, lasciamo perdere: salgo due passi in dulfer e rinvio il primo spit.
Certo che l'inizio è bello secco: su diritto per una lunga dulfer, con una lama talmente netta che a tratti risulta dolorosa per le mani, tagliente:
Salgo sfruttando l'incredibile grip di questo granito:
Giunto in cima alla scaglia, devo ribaltarmi sulla destra, oltre lo spigolo.
Un breve resting per studiare il passo, poi salgo deciso: in breve mi trovo al di là con molta meno difficoltà del previsto, segno che ho interpretato bene il movimento:
Segue una placca articolata un po' più facile, verso sinistra, poi un traverso non banale a sinistra, in piena esposizione e con appoggi decisamente scarsi... Passo, rinvio e salgo in verticale, raggiungendo la scomoda sosta dopo aver superato un paio di risalti.
Recupero Paolino, che poi inizia a maledire il camino bagnato che lo aspetta nel secondo tiro (5b): il diedro diventa infatti uno stretto camino, dove il povero Alpino rimane praticamente incastrato:
Lo stesso farò io subito dopo... fortuna che non ho lo zaino, oggi...
Esco dal budello e salgo una facile rampa che mi conduce in sosta.
Il terzo tiro (4c) è caratteristico: un lungo traverso a destra sotto una fascia strapiombante:
Poi scalo un secondo camino, stavolta asciutto e breve, fino alla sosta.
Il quarto ed ultimo tiro (5c) presenta un breve passo boulder in partenza (un po' gratuito, per la verità), uno strapiombo da superare di forza, poi una serie di bei risalti senza più vere difficoltà, fino in vetta.
Paolino deve addirittura ricorrere alla tallonata per salire, alle mie leve più lunghe basta un po' di decisione.
La relazione parla di due calate in doppia, ma in realtà la sosta è rivolta verso sud, mentre la sosta a cui dobbiamo arrivare è ad ovest... come pendolo mi sembra un po' troppo, così scendiamo a piedi fino alla sosta S3, da cui ci caliamo con un'unica bellissima doppia da 45 m, in buona parte nel vuoto, fino a terra.
Si sgranocchia qualcosa poi via, si torna già a casa, anche se è solo mezzogiorno...
Ci aspetta il battesimo del piccolo Emanuele!

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