sabato 9 maggio 2015

ROCCA CASTELLO (m 2.452): Diagonale Est in solo

Sabato 9 maggio 2015
Io

Ultimamente tra una cosa e l'altra si fa fatica a trovare il socio per scalare, essendo quasi tutti intrippati con gli sci.
Essendo io appassionato anche di scalata solitaria, non mi faccio troppi problemi e ne approfitto per salire una via che credo si presti bene e coniughi la voglia di tornare su roccia con la voglia di scalare ancora una volta quello spettacolare monolito che chiude la Val Maira, dominandola... la Rocca Castello (m 2.452), ovviamente, che su di me ha sempre esercitato un'attrazione magnetica.
Parto poco prima delle 6,00 e due ore dopo eccomi al parcheggio, dove domina la vista sulla Rocca Provenzale (m 2.402):
Inizio la salita, su sentiero ormai sgombro dalla neve; pian piano scorrono alla mia sinistra le pareti est e le vie che ancora devo scalare:
Eccomi in vista della Torre e della Rocca, sempre mozzafiato:
Un pensiero a chi si è fermato qui e a cui è dedicata una delle vie della Rocca:
Eccomi di fronte alla Rocca, all'altezza dello Spigolo Maria Grazia e della Balzola:
Un amico, al Colle Gregouri:
Dal colle posso studiare bene la parete est della Rocca:
e la via Diagonale Est (IV   AD   5L   150 m), che salirò in solitaria:
Purtroppo l'intero gruppo Castello-Provenzale sarebbe per me, le uniche due persone sono proprio sulla via che voglio salire!
Mi avvicino, uno dei due è un neofita; mi chiedono alcune info, in realtà vogliono salire la Sigismondi, che ha le prime 2 lunghezza in comune con la Diagonale.
Siccome sono slegato e la via qui non presenta passi obbligati, inizio a salire anch'io il primo tiro:
Con me ho tutto l'occorrente per togliermi dai guai: martello, chiodi, anelli di calata, una mezza corda da 60 m per le calate in doppia.
Dopo le prime due lunghezze, raggiungo la grande cengia mediana:
La seconda parte della via, vista da qui, con il grande diedro di 70 m che caratterizza la via:
Traverso tutta la cengia, con la massima attenzione:
e raggiungo la base del grande diedro di 70 m: ora inizia il bello, anche perchè fin qui conosceva già il terreno (anche in solitaria), mentre da qui in avanti per me è nuovo:
La prima parte propone qualche passo delicato:
Il terreno non è difficile (III+), ma in slego occorre sempre massima concentrazione, perchè sotto i piedi aumenta sempre più l'esposizione:
Ogni tanto incontro una sosta di calata, di cui memorizzo la posizione:
Lungo i tiri non c'è quasi nulla come chiodatura, anche se le possibilità di proteggersi sono infinite.
Il diedro prosegue verso l'alto:
Avanti su difficoltà omogenee e ottima quarzite:
Sotto di me:
Ambiente magnifico, solitudine totale, tutt'uno con la montagna:
Lassù intravedo la parete di uscita dal diedro verso il castello sommitale della montagna, mentre sopra di me ecco un'altra sosta:
Dopo aver salito un muretto sopra la sosta, dovrò probabilmente scalare la fessura diagonale verso sinistra, lungo lo stacco tra lo scuro ed il giallo ocra, per raggiungere le terrazze sommitali:
Una vecchia sosta su tre chiodi belli datati:
La paretina di 8 metri, verticale, di III+, da salire lungo la fessura, senza alcuna protezione in loco; ci penso un attimo, valuto bene se autoassicurarmi oppure no e alla fine scelgo la seconda opzione:
Una bella dulfer mi porta a metà del guado, dopo di che l'uscita è facile, seppur molto esposta.
Il passaggio visto dal di sopra:
Appena oltre il bordo superiore, ecco la sosta di calata, con diversi spit e chiodi collegati tra loro:
Da qui vedo il castello sommitale della montagna, già salito molte volte arrivando lungo altre vie:
Vado a fare cucù verso l'intaglio con la Torre Castello, dando uno sguardo alla mitica Placca Gedda, scalata pochi anni fa con mio fratello:
La parete finale (IV), bella verticale, con un chiodo all'inizio delle cannelures.
Anche qui decido di salire slegato, salvo magari avere un piccolo ripensamento quando sarò en plein gaz, come dicono i francesi  ;-):
Tengo alta la concentrazione e mi godo gli ultimi metri di scalata, fino a raggiungere per l'ennesima volta la croce di vetta della Rocca Castello:
Sono in totale solitudine:
Verso nord-est:
Verso ovest, con il gruppo degli Chambeyron:
Verso sud, con la piatta sommità della Torre Castello in primo piano, vicinissima, tanto da essere stata "conquistata" con un ardito lancio di corda da qui, decenni fa:
C'è il sole, ma tira un vento piuttosto frizzante:
Una telefonata a casa, poi inizio a calarmi.
Ho impiegato circa un'ora e mezza.
Con una prima calata ritorno alla sosta con molti spit sul bordo al di sopra del diedrone, sporgendomi indietro a sbirciare l'uscita del Diedro Calcagno:
Mi calo lungo la paretina con fessura diagonale:
L'ultima doppia mi riporta a terra:
L'altra cordata frattanto non è salita in cima, stanno tornando giù.
La parete e la via appena scalata:
Un meritato pranzetto frugale:
Scendendo, passo a studiare per bene l'attacco ed il primo tiro della via Rinaudo, che mi piacerebbe molto salire una volta o l'altra:
Poi scendendo mi guardo per bene lo Spigolo Castiglioni e do l'arrivederci a presto a queste fantastiche pareti:

La via Motti alla Provenzale:
Scendendo intravedo una cordata su Il Richiamo di Chtulu ed altre due su Danza Provenzale:
Diverse persone poi sulla Normale della Provenzale.
Uno sguardo alle cascate di Stroppia:
Sognare non costa nulla... zoomando la foto lo sguardo resta rapito da quell'enorme parete sullo sfondo, in alto: il Parias Coupà:
La Provenzale dal parcheggio, brulicante di turisti:
Per oggi finisce qui, me ne vado sperando di tornare presto...

Nessun commento: