sabato 24 ottobre 2015

COSTA di VALMIANA (m 2.100): La Spusa Suta el Nas

Sabato 24 ottobre 2015
Io e Paolino l'Alpino

Beh, oggi è il compleanno dell'Alpino (in realtà ieri, ma lo festeggiamo oggi sui monti)!!!
Per l'occasione si unisce a noi anche Paolo il Pazzo, destinazione che più bucolica non si può: il Pian del Valasco (m 1.764), in Valle Gesso.
Partenza 6,30, poi andiamo a Cuneo a recuperare il Pazzo; colazione al bar (da veri falesisti...) e via verso i monti, al parcheggio di Terme di Valdieri.
Ci prepariamo e ci mettiamo in cammino, con una temperatura di ca. 4°C.
Il meteo dice bello con qualche velatura, ma temperature sopra media, inversione termica.
Dopo 45' di cammino, la valle alle nostre spalle, ancora in ombra:
Ed eccoci all'imbocco del Pian del Valasco, accolti da una natura rigogliosa, abbellita ulteriormente dai colori della veste autunnale:
Alla nostra destra, gli speroni rocciosi dove corre la nuova via di Luciano Orsi che vogliamo scalare oggi: La Spusa Suta el Nas (6a   7L   280 m) alla Costa di Valmiana (m 2.100):
Siamo rapiti dalla bellezza del paesaggio, anche se lo conosciamo bene è sempre una magia:


Sono ormai le 10,30 quando ci decidiamo a salire all'attacco della via.
Paolo non verrà con noi, ancora segnato dalla via alla Testa di Bresses di quest'estate, oggi opta per una tranquilla attesa su prato erboso, armato di libro.
Sono quasi le 11 quando attacchiamo la via; il primo tiro (5b) tocca a Paolino, che apre le danze lungo una bella placca lavorata:
La via è spittata plaisir e le soste sono attrezzate per calata:
Arriva il mio turno, finalmente dopo una settimana di astinenza ed attesa:
Ci alterniamo e proseguo subito lungo il diedro che prelude al secondo tiro (5b):
Cavalco uno spigolo arrotondato:
Una lunga serie di placche e risalti ed ecco la seconda sosta:
La temperatura è decisamente gradevole:
L'ambiente è spettacolare:
L'Alpino traversa a sinistra sul facile, poi sale la prima parte di un bel muretto (5b), fino a sostare su due spit da collegare (unica sosta non attrezzata della via, visto che non servirà per le doppie);
Lo raggiungo ed attacco subito il quarto tiro (5b), prima in verticale lungo un bel diedro:
Poi in placca, per poi percorrere il filo dello spigolo:

La quinta lunghezza (5c) propone un traverso a sinistra facile, di trasferimento, poi un muretto dall'uscita leggermente strapiombante, un po' insidiosa:
Dopo alcuni metri facili, fa sosta in cima al pilastro, dopo di che traversiamo a destra per 40 m, portandoci camminando alla base di uno sperone verticale.
Si tratta del quinto tiro (6a), che attacca verticale, su roccia buona ma un po' lichenata, che necessiterà di alcune ripetizioni per essere ripulita alla perfezione, ma che è stata ripulita per bene dall'apritore lungo la linea di salita:
Dopo una trentina di metri, ecco il tratto chiave della via, un passaggio in placca che mi impegna: un lancio ad una buona presa da accoppiare e avanti fino alla vicina sosta, da cui recupero il socio:
Ecco Paolino sul crux:
La settima ed ultima lunghezza (5c) è la più divertente, un lungo muro quasi verticale in placca articolata, su roccia rossa, magnifico:
Salgo a mia volta:
Dopo una brevissima sosta in cima, visto che Paolo ci aspetta sotto scendiamo subito in doppia:
Alla base della parete, dopo sei calate senza intoppi, scendiamo le pietraie sottostanti e riguadagniamo il Pian del Valasco:
Autoscatto bucolico:
Riunitici tutti e tre, ci svacchiamo su un grande masso a festeggiare il compleanno dell'Alpino con abbondanti libagioni, godendoci una temperatura fantastica:

sabato 17 ottobre 2015

ROCCA SUFREID (m 1.400): Daniela

Sabato 17 ottobre 2015
Io e Paolino l'Alpino


Una giornata particolare, segnata soprattutto dal freddo e da previsioni meteo non proprio azzeccate...
Dopo attento studio io e l'Alpino ci accordiamo per la via Daniela (6a+   9L   230 m) alla Rocca Sufreid (m 1.400), sopra l'abitato di Perloz (AO).
E' una via che abbiamo adocchiato già da tempo, ma che abbiamo sempre scartato per via dell'esposizione ad ovest, che per una via da salire nella stagione fredda è un punto a sfavore piuttosto pesante...
Grazie ad una recensione su Gulliver di pochi giorni fa scopriamo che in realtà la via è esposta a sud, così optiamo per questa scelta.
Partenza alle 6,00 e via tra le nebbie alla volta della Vallée.
Un paio d'ore più tardi parcheggiamo e ci prepariamo, con una temperatura di 5°C.
Inizia il sentiero, che all'inizio è accettabile: i primi 20 minuti ci vedono salire tra castagneti, muri a secco e terrazzamenti, con percorso evidente e ben segnalato; poi costeggiamo un cantiere con cui si sta realizzando una strada, quindi svoltiamo a destra per salire diritti su per la montagna, lungo pietraie e boscaglia piuttosto infami, senza sentiero e seguendo ometti in pietra e bolli di vernice rossa.
Tutto questo per circa un'ora, mentre il morale non è certo alto a causa delle nuvole che persistono sul "nostro" lato della valle...
Finalmente ci siamo, eccoci in prossimità della parete, dopo un'ultima parte di salita ancor peggiore, salendo in mezzo ad una grossa frana, rovi e boscaglia fitta...
Quando siamo pronti per attaccare la via, sono le 9,00.
Il primo tiro tocca a me: la difficoltà dichiarata è 4b e già si capisce che sarà impegnativa...
L'attacco della via:
Salgo il muro verticale, poi la pendenza diminuisce e raggiungo la sosta dopo circa 25 m, sosta da cui recupero il socio:
La sosta, collegata:
Il sole si è lasciato appena intravvedere e già si eclissa... la temperatura è bassa, la roccia gelida...
Paolino attacca il secondo tiro (6a): prima supera un tettino sulla sinistra, ben manigliato, poi sparisce alla mia vista, per riapparire più tardi, dopo lunghi minuti di imprecazioni, anche spassose:
Il tiro è piuttosto impegnativo, fisico e con chiodatura che rende l'obbligatorio secondo noi nettamente superiore al 5b dichiarato.
Il tiro è verticale e, dopo un traverso a sinistra iniziale, sale in leggera diagonale verso sinistra, per uscire a destra alla comoda sosta su terrazzino:
La sosta:
Il terzo tiro (5b) è secondo me il più bello: affronto prima una paretina verticale solcata da una fessura:
Ovviamente in dulfer, visto la fessura sul fondo del diedro si presta benissimo:
Segue poi una lunga serie di muri, placche e spigoli che mi fa salire di oltre 40 m, inseguito dalle nebbie che salgono implacabili:
Ancora un tettino, poi un lungo spigolo, magnifico:
Raggiungo la sommità del pilastro, dove trovo la sosta e da cui recupero Paolino, che sale lamentandosi delle mani rese insensibili dal gelo:
Continuiamo, ma sì!
Quarta lunghezza (4c): ormai inghiottiti dalle nubi e dalle nebbie, eccoci alle prese con tiro facile; Paolino sale le prime placche arrotondate, per superare un altro muretto lungo lo sperone che ora ci porta verso destra, poi trova la sosta con due spit da collegare, traversando qualche metro a sinistra:
Il quinto tiro (5c) propone uno strapiombo iniziale, che supero con meno difficoltà del previsto, poi una placca che si fa delicata quando mi porto sotto ad un secondo tettino da superare leggermente a sinistra:
Segue uno spigoletto e la comoda terrazza di sosta:
Paolino esce dal secondo tettino:
La sesta lunghezza (data 5b, ma con passi almeno di 5c) tocca a Paolino e lo farà dannare: