sabato 30 dicembre 2017

MONTE BRACCO (m 1.308): Capre Vaganti + SuperGulp

Sabato 30 dicembre 2017
Io e Lollo

Dopo la Cena Alpina di ieri sera, oggi si torna a scalare, finalmente, e date le condizioni la scelta cade sul Monte Bracco (m 1.308).
E' l'ultima uscita della stagione, vediamo di onorarla al meglio, nonostante un fastidioso mal di schiena... Lollo risponde presente, così verso le 9,00 parcheggiamo nei pressi del rifugio Miravidi e ci prepariamo a salire il sentiero che conduce alle placche di gneiss.
Anche stavolta azzecchiamo il meteo, qui c'è un bel sole, mentre altrove non è così; al resto penserà il famoso microclima del Bracco.
Saliamo lato Combale Tofu, non c'è neve, e questa è la notizia più importante.
Dopo una quarantina di minuti siamo al Torrione del Pissai, all'attacco della via scelta, Capre Vaganti (5c   3L   65 m), via che avevo già salito qualche anno fa, ma che ripeto volentieri: 
Attacco io, mentre Lollo fa sicura poco sopra un piccolo residuo di nevaio:
La prima lunghezza (5a) si apre con un muro verticale, ben articolato:
Lo scalo proseguendo poi in traverso a sinistra, per andare a reperire la placca seguente, fino alla vicina sosta:
Lollo sale il secondo tiro (5a), caratterizzato da una placca facile, interrotta da un diedro che richiede un breve movimento singolo di ribaltamento al di sopra non troppo facile:
Salgo poi la terza lunghezza (5c), fantastica, verticale, su roccia da urlo, aprendo con un lancio su bella lama, poi proseguendo diritto e uscendo lungo un diedrino a sinistra:
Lollo segue:

L'uscita, benedetta da un sole fantastico, che scalda la roccia rendendola decisamente piacevole:
Due calate ci riportano all'attacco della via.
Nonostante gli impegni famigliari mi impegnino a rientrare molto presto, c'è spazio per una seconda vietta, così ci spostiamo al vicino Sperone della Maga Circe per salire SuperGulp (5b   3L   90 m), anche questa già salita anni fa.
Lollo sale le placche del primo tiro (5a):
Ci alterniamo e vado avanti lungo le placche della seconda lunghezza (5a), frammezzate da un passo più impegnativo (5c) al di sopra della cengia mediana:
Lollo chiude poi le danze con la terza, maghifica lunghezza (5b), una placca via via più verticale, solcata da una bella fessura:

Dopo il classico selfie di vetta, si torna giù:
Anche qui due calate e siamo agli zaini, buttiamo le corde dentro e via, veloci fino all'auto.

sabato 9 dicembre 2017

ROCCA SBARUA (m 900): Vecchia Lira

Sabato 9 dicembre 2017
Io e Palla

Oggi gran freddo, ampiamente previsto...
Nonostante tutto io voglio provarci: qualcuno mi risponde no, impossibile col freddo, invece Lollo e Palla ci stanno.
La neve di pochi giorni fa non darà fastidio più di tanto, in quanto le pareti saranno sicuramente asciutte, come mostra anche la webcam del rifugio Melano.
Non andiamo presto, causa freddo.
Appuntamento alle 7,45 da Mario, dove trovo il Pol (che andrà a scalare su ghiaccio) e Palla, ma non Lollo, debilitato dall'influenza.
Guido io: dopo colazione da Mario partiamo e con calma raggiungiamo la frazione Dairino, dove la strada è stata ben pulita dalla neve e parcheggio in totale solitudine, con una temperatura di 0°C...
Fortunatamente c'è il sole, anche se a tratti soffia un vento gelido.
Ci prepariamo e percorriamo il sentiero fino a Casa Canada, sentiero innevato e a tratti in ghiaccio vivo...
Giunti al rifugio, ecco la conferma che le pareti sono in ottime condizioni:
Un caffè al rifugio, quindi via verso lo Sperone Rivero, dove troviamo subito l'attacco della via prescelta, Vecchia Lira (6b   7L   130 m):
Ci leghiamo e parte Palla per la prima lunghezza (4c), lungo lo sperone iniziale e poi superando il tettino sulla destra:

In realtà concatena i primi due tiri, entrambi di quarto grado, fino alla comoda sosta (attrezzata con catena e anello di calata) in cengia.
Il terzo tiro (5) sale in verticale:
Vado avanti io, sostanzialmente in placca e brevi risalti:
Palla segue e deve sobbarcarsi un breve lavoro di disgaggio di un paio di massi poco sicuri, sfruttando il fatto che siamo assolutamente soli in parete, oggi:
Se non fosse per le folate di vento gelido che ogni tanto ci sferzano, la temperatura in parete sarebbe ottima, grazie all'irraggiamento solare; la roccia in fatti è decisamente calda.
Il colpo d'occhio sulla pianura innevata, da cui emerge a destra la Rocca di Cavour, come un'isola nel mare:
Visto che lo stato di forma attuale difficilmente mi farà salire in libera il quinto tiro di 6b, decidiamo che Palla lo tenterà, per cui io salgo il quarto tiro (5), verticale lungo un muro in aderenza ed una serie di diedrini in uscita, un po' disturbati e resi insidiosi dal muschio e dal bagnato:
Palla mi segue:
Quinto tiro (6b), tiro chiave: subito al di sopra della sosta Palla sale il primo diedro in dulfer, poi attacca la parete soprastante, ottimamente chiodata come tutta la via, con una stilosa tallonata sulla lama a destra, per poi ristabilirsi:
Sale poi la parte finale della placca aiutandosi con lo spigolo sinistro, uscendo su un terrazzino:
Da qui in avanti le difficoltà calano, seguono un bel muretto in placca e i facili risalti finali, fino alla comoda sosta, dove approdo anch'io poco dopo (dopo aver azzerato il passo duro):
Ed eccomi nuovamente sulle placche finali dello Sperone Rivero:
Salgo gli ultimi due tiri (3+), ancora insidiosi a causa della caduta di terra e fuliggine dall'alto, a seguito dell'incendio di una ventina di giorni fa:
Accoppio le ultime due lunghezze ed esco in vetta allo sperone, dove mi raggiunge l'amico poco dopo.
Il vento freddo continua a disturbare, sgranocchiamo qualcosa velocemente poi scendiamo: la discesa a piedi però è veramente ingombra di neve, almeno 30 cm... Optiamo allora per le calate in doppia:
Rapidamente e senza intoppi scendiamo con 3 calate, fino a tornare agli zaini.
Ci sta un piatto di pasta al rifugio, ove abbiamo una bella sorpresa: a dispetto del deserto totale di arrampicatori in parete, la sala pranzo è strapiena!
Dopo una breve attesa, ci fanno sedere ed ecco il meritato premio.
Poi scendiamo e si torna a casa, alle prossime avventure!

sabato 25 novembre 2017

ROCCA SBARUA (m 900): Funghi Sacri

Sabato 25 novembre 2017
Io e Lollo

Oggi previsioni meteo negative, ma non mi do per vinto, così convinco Lollo a fare un tentativo in Sbarua... del resto ormai siamo abituati a dover fare sempre un po' di tara alle previsioni meteo...
Partenza tardi, date le temperature: colazione da Mario alle 7,30, poi via verso la Val Lemina.
Parcheggio in quasi solitudine, una sola auto posteggiata...
In realtà non piove, anzi filtra un pallido sole tra gli alberi:
Ci prepariamo, ok si va.
L'obiettivo di oggi è salire Funghi Sacri (5c   7L   130 m) allo Sperone Rivero, via che ho già salito anni fa e che rifaccio volentieri, anche perchè oggi è tutto guadagnato, date le premesse.
In pochi minuti siamo all'attacco:
Ci leghiamo, mentre per la verità scende qualche gocciolina, ma il cielo non è così nuvoloso... decidiamo di ignorarle e Lollo attacca la prima lunghezza (4c), quando sono le 10,30:
Salgo anch'io, poi ci alterniamo e affronto il secondo tiro (5), salendo diritto lungo lo sperone placcoso che sormonta la sosta:
Raggiungo la sosta, attrezzata e collegata:
Da qui recupero il socio:
Spunta di nuovo un po' di sole, non si sta male e la roccia non è troppo fredda; Lollo si disimpegna:
Anche la terza lunghezza è di quinto grado e Lollo va avanti:
Con un po' di mestiere si issa oltre l'ostacolo della placca fessurata iniziale, poi le difficoltà calano e va a sostare su comodo terrazzino.
Il tiro successivo (5c) è splendido. Salgo lo sperone a destra della sosta, seguendo gli spit più arrugginiti (chiodatura datata, ma perfetta e ravvicinata):
Un passo atletico in spaccata permette di alzarsi al di sopra di una scaglia, poi salgo in diagonale a sinistra fino ad un diedro, che salgo in verticale per raggiungere una placca e una scaglia staccata bellissima, oltre la quale trovo la sosta, subito dopo a sinistra di un albero.
Lollo mi raggiunge poco dopo:
Il diedro iniziale della quinta lunghezza (5c), con chiodi vecchi e spit:
Lollo prova a salire con convinzione, alla fine riesce a passare:
Quando lo raggiungo, dopo il bel pilastro che segue il delicato diedro iniziale e la traversata in diagonale a sinistra, le difficoltà sono pressoché terminate.
Seguono infatti due tiri sulla carta facili, 3 e 3+, che salgo io, ma che in realtà propongono qualche passo reso delicato dalla terra e fuliggine presenti sulle placche in abbondanza, dopo i recenti incendi, e dalla spittatura lunga.
Il sesto tiro è in traverso a destra:
Infine raggiungo la sommità dello sperone in diagonale a destra:
Tutto bruciato, fuliggine e odore acre di bruciato ancora molto presente, dopo 20 giorni:
Selfie in vetta:
La mia idea iniziale era di abbinare la salita della vicina via Vecchia Lira, ma Lollo non insiste e in effetti si è alzato un vento freddo che suggerisce di sgommare...
Alle prossime avventure!

sabato 18 novembre 2017

AILEFROIDE (m 1.600): La Raclure + Mou du Cul

Sabato 18 novembre 2017
Io e Lollo

Ormai l'inverno è arrivato, fine delle temperature miti, ma la voglia di ambience prevale sull'eventualità di andare a scalare nel finalese...
Trovo in Lollo una spalla al folle progetto di tornare a scalare ad Ailefroide dopo la metà di novembre... dopo aver studiato il meteo e aver raccolto info sullo stato di (non) innevamento della zona.
Ok, si va.
L'idea è di scalare alla Prima Punta di Palavar, esposta in pieno sud.
La sera ho un'importante cena, per cui dovrò tassativamente essere di ritorno entro le 19,00.
Parto alle 5,40 e il ritrovo è alle 6,00 al Bar Mario con Lollo.
Colazione, poi viaggio tranquillo, sempre con un occhio al termometro, che segna anche -6°C, a Pelvoux... Ahi ahi...
Giunti ad Ailefroide (m 1.600) alle 8,35, ci compiacciamo del fatto che non ci sia neve e che le pareti siano asciutte.
Però... la temperatura dice -3,5°C: