martedì 4 luglio 2017

CIMA di NASTA (m 3.108): Strapiombi di Nasta

Martedì 4 luglio 2017
Io e il Pol

Giornatona, vione su una delle mie montagne preferite, la Cima di Nasta (m 3.108), nel cuore delle Alpi Marittime.
Oggi l'obiettivo è ambizioso, voglio proprio togliermi la voglia, visto che domani parto per... il mare!
Saliremo la via Strapiombi di Nasta (6b+   TD+   15L   400 m), cui seguiranno 130 m di cresta di III+ per arrivare alla cima principale della Nasta.
Non partiamo presto, il Pol lavora fino a tardi ed è bene dormire almeno qualche ora, visto l'impegno che ci aspetta.
Guido fino al Pian della Casa del Re (m 1.600), poi saliamo veloci il sentiero verso il Rifugio Remondino (m 2.430), da cui proseguiamo lungo la traccia nella pietraia che conduce verso la parete ovest della Nasta.
Giunti al nevaio basale, lo percorriamo senza difficoltà, senza ramponi e picca, attaccando la via nel punto più basso, quindi non presupponendo pendenze serie:
Pol davanti a me e soprattutto davanti all'imponente parete ovest della Cima di Nasta:
Nessun problema con la terminale, ci leghiamo e siamo pronti a partire alle 11,20; il primo tiro (6a+) presenta subito passi duri, un'uscita a destra da uno strapiombo su placca decisamente liscia, chiodatura molto parca da subito:
Segue una fessura da percorrere coi piedi in placca, fino alla sosta dopo alcune placche più articolate.
Salgo a mia volta, con le fauci del nevaio basale spalancate sotto di me:
Saliamo a tiri alterni e proseguo per il secondo tiro (5c): in placca verticale, prima diritto, poi in diagonale a sinistra, raggiungendo la sosta sotto ad una placca scura:
Il socio impegnato a raggiungermi alla seconda sosta:
La terza lunghezza (6b+) presenta i passi più duri della via.
Pol si alza in diagonale verso destra, portandosi ad un bombé, che sale con movimenti delicati, prima di iniziare un lungo traverso a sinistra su appoggi lisci e sfuggenti, nonché umidi, e scarse prese rovesce:
Riesce a passare, il traverso è chiodato molto bene.
Si porta alla base di un diedro breve ma insidioso, molto più ostico di quanto non sembrasse visto dalla sosta sottostante... per di più lo troviamo bagnato:
Il traverso:
Tocca a me e devo ammettere la libera è andata... troppo dura salire pulito, mi arrangio come posso ma raggiungo anch'io la sosta:
Quarto tiro (6a): non sembra durissimo, ma essendo appena arrivato stanchissimo in sosta lascio l'onore al Pol, che poco dopo impreca su un passaggio veramente infido:
Seguono muri e diedri un po' meno difficili, ma chiodati molto lunghi, psicologici.
Seguo più tardi, mentre finalmente siamo al sole da una mezz'oretta e sono circa le 13,00:
Finalmente possiamo tirare il fiato, ora la parete ci dà un po' di tregua.
Salgo la quinta lunghezza (IV) lungo facili placche, fino ad un diedro-fessura, che salgo per sostare poco sopra:

Resto davanti, sesto tiro (IV), raggiungo un altro diedro, da cui esco a sinistra per poi rimontare sul pilastrino a destra, fino alla sosta:
Pol davanti su L7 (VI), ancora lungo un diedro verticale:
Nell'ottavo tiro (V), raggiungo l'ennesimo diedro verticale, che salgo per 40 m fino al suo termine, dove è chiuso da enormi strapiombi, poco chiodato:
Nona lunghezza (5c+): Pol inizia una delicata traversata sulla placca a sinistra (passo V+):
poi raggiunge e supera un diedro verticale, che consente di portarsi al di sopra degli strapiombi che incombono sulla sosta precedente; eccolo, mentre lo salgo io:
L'attrezzatura, a dir poco "essenziale", per non dire inquietante:
La sosta:
Al decimo tiro (V+) resta davanti il Pol, che sale lungo un breve camino verticale, per poi salire verso destra superando alcuni tratti strapiombanti e portarsi sullo spigolo, sopra al quale trova la sosta.
Torno davanti per il bellissimo undicesimo tiro (V-), mi porto verticalmente leggermente a sinistra, vicino al filo dello spigolo lungo placche e diedrini, poi torno leggermente a destra, salendo splendidi muri verticali articolati, su roccia da urlo:
Il Pol al di sotto della sosta, su roccia rossa fantastica:
Proseguo ora (L12) lungo terreno facile (II), rinviando una sosta su cordoni e proseguendo fino a reperire (L13) uno sperone e la placca a sinistra di un grande diedro (IV), fino a raggiungere la sella dove incrociamo lo Spigolo Vernet e Bouquet des Amis:
Il Pol mi raggiunge, poi sale la paretina seguente (IV), in verticale lungo una comoda fessura, senza chiodi, per poi traversare lungo il filo di cresta e sostare alla sella successiva, dopo una cinquantina di metri:
Quindicesima ed ultima lunghezza (V+), il Pol scala l’evidente spaccatura vicina allo spigolo, quasi schiodata (pericoloso), per superare lo strapiombo successivo con una breve digressione a destra, per poi salire senza problemi gli ultimi risalti, via via più facili:
Sosta in cima allo sperone ovest della Nasta, ove termina la via:
Lo raggiungo, poi vado avanti, conoscendo a menadito i circa 130 m di cresta (III+) che ci separano dalla vera vetta della Nasta, avendola già percorsa altre due volte; la cima sembra lontanissima, ricordo perfettamente lo sconforto alla vista del tratto mancante la prima volta che ci sono arrivato, quando l'ora era già tarda:
Procediamo in conserva lunga protetta:

Mezz'ora dopo, alle 18,20, siamo in vetta!
Una telefonata dalla cima, poi scendiamo con calma lungo la Normale verso il Colle della Forchetta, quindi al Lago di Nasta e infine al Rifugio Remondino, da dove (alle 19,45) possiamo ammirare la montagna e la via percorsa, in un sole abbagliante:
La via, dura ma bellissima:
Anche questa avventura volge al termine, tornando a fondovalle si scherza sul fatto che da domani mi toccheranno 10 giorni di mare e spiaggia...
Ma tornerò presto in parete, questo è sicuro!

Nessun commento: